Politica

Guerra in Ucraina
Quando ci si sottrae agli insegnamenti della STORIA…

Al pensiero di questa assurda guerra, mi viene spontanea, ma soprattutto, necessitata dalla ragione e dalla logica una domanda: si poteva evitare questo disastro che rigetta l’Europa nei periodi più bui della sua storia? La risposta è SI! Quindi siamo obbligati ad indagare il perché non sia prevalso il buon senso per evitarla e perché la responsabilità sia, purtroppo, svanita nella tristezza e nel dolore delle quotidiane immagini televisive che tutti i mass-media non ci stanno certamente lesinando.
Quello che sta accadendo e che la popolazione civile dell’Ucraina, donne, bambini e anziani stanno subendo; non potrà mai avere alcuna giustificazione, perché la vita di ciascun essere umano è sacra e non esistono ragioni politiche o geopolitiche per derogare a questo principio che è principalmente spirituale oltre che morale.
Ecco dicevamo della Storia; qui purtroppo dobbiamo constatare che tutti i soggetti direttamente o indirettamente coinvolti in questa situazione difettano in maniera allarmante degli insegnamenti che la Storia ci mette a disposizione per evitare il ripetersi degli errori.
Partiamo dalla crisi che fra 16 e il 28 ottobre del 1962 videro il mondo precipitare in una guerra nucleare, quando l’ex URSS ora Russia pensò di installare missili balistici a testata nucleare a Cuba, praticamente a 367 Km da Miami in Florida, per controbilanciare le analoghe installazioni americane di missili in Turchia e in Italia. In quell’occasione prevalsero da un lato il buon senso e dall’altro la sparatissima evidenza della esagerazione sovietica nel concepire questo tipo di risposta alle installazioni americane dei missili a testata nucleare in Europa.
Sempre la Storia ci dice che il popolo russo e il territorio che questo popolo abita, definito la Grande Madre Russa, ha una tipologia umana ricca di orgoglio e di tanta consapevolezza della propria sovranità in difesa della quale non è disposto a cedere di fronte a niente e nessuno; ne seppe qualcosa Napoleone che arrivato a Mosca in prossimità dell’inizio dell’inverno russo, il generale Kutuzov gli fece trovare la città incendiata e deserta, tanto da costare la perdita del suo prestigio e la morte di 500.000 soldati sugli iniziali 600.000. Ma, una vera definizione dell’anima di questo popolo ce la dà Sergej Michajlovič Ėjzenštejn il più grande regista russo che in uno dei suoi famosi film, Ivan Il Terribile, mette in bocca a questo zar la seguente frase: ”Non ci sarà mai una quarta Roma”, ritenendo che la prima fosse proprio Roma, la seconda Atene e la terza Mosca appunto.
Nell’ultimo conflitto mondiale, sono stati i russi ad arrivare per prima nel bunker di Hitler dopo che anche i tedeschi, non memori della storia, hanno subito la prima disfatta invadendo la Russia senza tenere conto dell’inclemenza del tempo quando si approssima la stagione invernale; infatti l’armata Rossa al comando del generale Georgij Zhukov dal 19 novembre 1942 al 2 febbraio 1943, distrusse quasi 70 divisioni dell’Asse, circa 30 tedesche, 15 rumene, 10 italiane e 10 ungheresi, per un totale di oltre 1 milione di soldati, tra cui quasi 400.000 prigionieri. Né possiamo trascurare che cosa ha significato per la Russia il tracollo del comunismo simboleggiato dalla caduta del muro di Berlino nel 1989. Ebbene, gli Stati come Polonia, Ungheria, repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria nonché le repubbliche baltiche di Estonia, Lituania e Lettonia, che erano una sorta di cuscinetto, tra l’Unione Sovietica ed i paesi della NATO sono entrati a far parte di quest’ultima organizzazione che è solo, seppur eufemisticamente difensiva, ma pur sempre esclusivamente di natura militare.
Sulla falsariga di Svezia e Finlandia, dal 2014 la Russia ha chiesto e chiede per l’Ucraina una sostanziale neutralità, che, tenuto conto delle cose in ballo, ovvero gli equilibri geopolitici e la sicurezza, mi sembra una pretesa accettabile, posto che, la collocazione ai confini con la Russia di missili a testata nucleare che coprirebbero in una manciata di minuti la distanza di 754 Km per raggiungere Mosca, è palesemente inaccettabile da parte di Putin.
L’occidente o gli USA e l’Unione Europea se hanno fatto, più o meno velatamente ma anche azzardatamente, da sponda alle richieste dell’autocrate ucraino, documentano che la Storia e i suoi insegnamenti sono semplicemente inutili. Ad avvalorare questa constatazione sono le degenerazioni cui stiamo assistendo sul terreno dello scontro. Così come era del tutto imprevedibile che 8 generali russi abbiano derogato alle rigide disposizioni militari ricevute, lesionando l’immagine dell’autocrate russo, fin qui, sostanziata da una aureola di prestigio. In pochissimi casi, quando si iniziano le guerre, si sa già come finiscono; perché proprio l’imprevedibilità di alcuni fattori segnano un esito diverso rispetto a quanto ipotizzato. Ma nell’era delle armi nucleari possiamo consentirci questa incertezza, specie se i decisori di tanti destini non abbiano esattamente l’indispensabile lucidità di analisi che questi eventi richiedono?
Domenico Pavone
Teramo lì 14 marzo 2022

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