NOTTE AL CONFINE

Arrivano come onde che si infrangono sulla scogliera, una mareggiata inarrestabile, donne , bambini , anziani ,nei volti la strada percorsa verso la salvezza, il rumore delle bombe, l’orrore della guerra.
Il varco di frontiera si trasforma, così in un portale magico, oltrepassarlo significa entrare in un nuovo mondo, lasciare alle spalle la vita prima del 24 febbraio e spingersi altrove lontani dall’ inferno.
Il freddo è pungente, a tratti nevica il vento sottile taglia la nebbia e penetra, Dorohusk si è trasformato da piccolo check point doganale in un caravanserraglio di altri tempi, un albergo primitivo all’ aperto dove si accoglie l’ umanità in fuga.
Sì può rimanere senza parole nell’assistere impotenti a questa diaspora tra popoli fratelli , poi la lucidità supera le emozioni e si comprende che l’ unica parola rimasta, tra mente e cuore è “ coraggio “.
Sì il coraggio da trasmettere ad ogni mano che si stringe, ad ogni donna ed ogni bimbo che si abbraccia, ad ogni uomo che si guarda negli occhi, il coraggio di cui tutti hanno bisogno per essere testimoni di questo dramma senza confini e senza senso.
La gente comune con la quale si condividono i giorni ha imparato in fretta l’ alfabeto della guerra : patria, Europa, mondo libero, e già lancia l’ allarme contro il prossimo conflitto, il prossimo mostro, ma non bisogna cercare ad ogni costo un nemico, il nemico è la guerra stessa.
La guerra non è mai giusta , non è portatrice di pace e giustizia è solo un azione contro i diritti umani.
In questa striscia di terra grigia si inquadra il mondo di chi non ha più mondo, persone fuggite dal caldo delle loro case senza poter pensare cosa portare con se’, impossibile prendere le cose importanti, impossibile scegliere cosa è importante.
Nel piccolo zaino c’ è la storia di ognuno è di tutti, quella storia lasciata alle spalle , gli oggetti del quotidiano non ci sono, più facile dimenticare qualcosa che ricordare cosa prendere, c’è il dolore che
unisce e che trasforma tutti in fratelli, non esiste qualcosa che possa unire di più , ma non c’è neppure un posto che ti sottrae al passato alla fine ti raggiunge sempre perché la memoria è spesso una condanna a ripetere.
Siamo schiacciati da tanta sofferenza, siamo anime sospese consapevoli, però, che c’è una crepa in ogni cosa ed è da lì che entra la luce.