La mia esperienza a L’Eredità
È iniziato come inizia per tutti, in famiglia mi hanno detto che ero brava, e quindi ho deciso di compilare il modulo online per partecipare a L’Eredità. Non nascondo che già solo allo step delle iscrizioni le mani un po’ tremavano, d’altronde L’Eredità è stato sempre un po’ un piccolo “sogno”…basti considerare che nel 2003 – alla tenera età di 9 anni – ho chiesto a Babbo Natale il videogioco de L’Eredità per la Playstation. Lasciamo i ricordi e torniamo al presente. Insomma, dopo aver compilato un modulo molto generico (nome, cognome, età, provenienza) sono stata chiamata dalla redazione per fissare un colloquio Skype, che è stata la vera prova del 9. La parte iniziale è stata una mia breve presentazione, nella quale ho elencato le mie attività, mentre la seconda parte è stata incentrata sulla mia cultura. Un periodo di 10 minuti con domande di cultura generale, la maggior parte delle quali – per quanto mi riguarda – fattibili. Dopo qualche giorno, è arrivata la tanto attesa chiamata: sono stata presa per partecipare a L’Eredità…una cosa che avrei voluto raccontare alla piccola Francesca che un Natale di qualche anno fa si divertiva così tanto a giocare con le parole. Tamponi e accortezze di rito, sono partita alla volta di Roma. Una volta arrivata all’hotel assegnatomi dalla redazione, ho subito conosciuto gli altri concorrenti e sì, so che ve lo state chiedendo, anche il Supercampione Massimo, un uomo di una cultura, un’umiltà e una simpatia unica. La notte non è stata di certo la più serene della mia vita, l’incertezza si è unita all’ansia e ne sono uscite tre ore di sonno. Una volta svegliata, mi sono dedicata a trucco e parrucco in totale autonomia, visto che a causa del Covid non sono previsti truccatori e parrucchieri negli Studi RAI, alla quale sono stata accompagnata da un autista che è stato davvero molto premuroso nei confronti di noi neo-partecipanti, dandoci una pacca sulla spalla e dicendoci di farci coraggio. Una volta scesi dal van, io e un altro concorrente – Matteo – siamo stati accompagnati da Massimo (che ormai sembra vivere alla RAI) all’interno degli studi, dove ci hanno accolto gli assistenti alla produzione, che ci hanno accompagnati ai camerini. Una volta entrata, tutte le mie preoccupazioni riguardo la registrazione hanno lasciato posto a quelle relative al dover firmare un centinaio di fogli (e chiamandomi Francesca Bortoluzzi l’operazione non è stata nemmeno breve). Passato lo step burocratico, mi sono concentrata sul look, ma in questo mi sono venute in aiuto le costumiste, che hanno analizzato il mio miliardo di vestiti e hanno creato un outfit all’altezza della situazione. Cambiata e profumata, sono andata davanti allo studio vero e proprio, quattro chiacchiere con gli altri concorrenti e…arriva Flavio Insinna, che già da metri di distanza ha iniziato a fare battute simpatiche e divertenti, cosa che mi ha fatto sentire subito a mio agio, come se fossi ad una festa tra amici. Eppure, la tensione della gara si è fatta sentire non appena sono salita sulla pedana che bramavo tanto da casa. Qualche ripresa di rito…e si parte! Per quanto riguarda il primo gioco, mi sono stati affidati i calcoli…considerato il mio debito costante al liceo in matematica, posso dire che poteva andarmi meglio! Ma qui non stiamo parlando di disequazioni, ma di semplici calcoli, che davanti alle telecamere diventano ricerca di integrali. Volete un esempio? Alla domanda “quanti secondi ci sono in due minuti?” ho risposto: “180!” cosa che a mente fredda, ovviamente, non avrei mai detto. Vabbè, figuraccia a parte, sono stata risparmiata dalla campionessa Alessandra, che ha scelto come contendenti Matteo e Vincenzo, uscito per primo. Superata la prima fase, siamo passati alla seconda, nella quale ad una domanda vengono date due soluzioni. Il nostro compito era quello di scegliere l’opzione esatta. A me è capitata una domanda sulle “Sorelle Materassi”, commedia d’esordio di un giovane Roberto Benigni, che io ho affibbiato – erroneamente – a Christian De Sica. Ed eccomi alla sfida con Sara, che ha sancito la mia uscita dal gioco. Certo, arrivare alla fine e tornare a casa magari con un bel gruzzolo sarebbe stato sicuramente più appagante, ma per me conta l’esperienza, l’aver conosciuto persone diverse, che, seppur in poco tempo, mi hanno lasciato tanto. Ma c’è una cosa che conta più di tutto: l’aver reso fieri i miei adorati nonni, fan accaniti de L’Eredità, ai quali ho voluto far una sorpresa con la mia partecipazione.