Cultura

B7456

Nel 1984 mi trovavo in Polonia, era fine ottobre ed il freddo era già pungente, un vento teso rendeva il paesaggio come sospeso nel tempo, una strana sensazione mi avvolgeva, tutto sembrava fermo ed in movimento nello stesso istante.

Dopo essere stato a Varsavia, mi sono spostato a Cracovia, la città diventa subito il mio luogo del cuore, le vie, le piazze, la gente, tutto mi è naturale ed amico, mi sento a casa.

Dopo un intensa giornata la sera nella stanza di albergo cerco sulla cartina geografica di ipotizzare un nuovo itinerario, mi accorgo, allora, e solo allora, che ero molto vicino al famigerato campo di concentramento di Auschwitz, mi sembra un’ottima opportunità per bilanciare il viaggio con un momento di cultura, o meglio di entrare nella storia della Shoa che fino ad allora si conosceva molto poco.

Il giorno seguente cerco con grande difficolta un taxi che mi possa portare ad Auschwitz, ma alla sola richiesta di andare a visitare il campo molti si rifiutano di portarmi, mi sconsigliano di andare, come per lasciare nell’oblio e senza ricordi quel luogo, finalmente trovo un’auto privata che accetta l’incarico con l’accordo di lasciarmi all’ingresso del campo e di tornare a prendermi dopo due ore.

Arrivo cosi a bordo di una vecchia Zastava di fronte l’ingresso del Lager, il portone in acciaio scuro con la grande scritta “il lavoro rende liberi” mi accoglie in modo quasi rassicurante, ma è un inganno, lo è stato durante la guerra e lo è ancora. Come ipnotizzato, passo dopo passo vado verso il filo spinato elettrificato, faccio foto, cammino seguendo il perimetro del campo, a volte mi giro, cerco una prospettiva diversa da quella che vedo, ma non c’è.

Penso, con una filosofia di base, di essere per una volta all’interno di una situazione vissuta da altri e con lo spirito di riprendere tutto, di fotografare ogni cosa senza modificare la realtà, trasferisco la sensazione di quel percorso su di me, in prima persona, la leggerezza è svanita e io sono all’inferno.

In un inferno costruito da uomini contro altri uomini ed allora capisco perché non si parla mai abbasta di questo pazzesco luogo di sterminio, perchè per ricordare ci vuole coraggio, il coraggio della verità, di quella che non passa mai, perché siamo tutti figli del nostro passato e soltanto il ricordo rende ogni situazione, anche la più drammatica, vera per sempre.

Inutile dire che le due ore passate ad Auschwitz hanno cambiato la mia vita, mi sono sentito, anche io, testimone di quell’orrore pur non avendolo vissuto.

Molti anni dopo, in uno degli incontri che normalmente si svolgono il giorno della memoria, ho incontrato Sami Modiano sopravvissuto all’olocausto all’età di 14 anni dopo aver perso nel campo di concentramento tutta la sua famiglia.

Ho ascoltato la sua testimonianza, la dolcezza ed il dolore nel raccontare come anche le più banali abitudini quotidiane nel lager rappresentino un dramma, finito il suo intervento mentre stava andando via ho cercato di salutarlo.

C i sono riuscito l’ho abbracciato forte e gli ho sussurrato “…. grazie per essere qui a testimoniare. Il tuo dolore è il mio dolore e deve essere il dolore di ogni donna e di ogni uomo…”.

Sami Modiano nel campo di sterminio aveva il numero B7456, per anni si è chiuso in se stesso, senza mai parlare della tragedia vissuta, poi con l’aiuto della moglie Selma, lentamente si è trasformato nel testimone della Shoa. 

Grazie Sami per averci fatto capire che nulla impedirà al sole di sorgere ancora perché c’è sempre un’alba che ci aspetta.

Sergio Giangregorio

Direttore Responsabile magazine online Convincere. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme. Giornalista investigativo ed analista di intelligence, come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani, al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa. Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili. Direttore Scientifico dell'Istituto di Ricerca sui rischi geopolitici Triage Duepuntozero.

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