Cultura

ESCHER: “IL MIO LAVORO E’ UN GIOCO. UN GIOCO SERIO”

“SOLO COLORO CHE TENTANO L’ASSURDO RAGGIUNGERANNO L’IMPOSSIBILE”

 

Maurits Cornelis Escher è un geniale creatore di illusioni, di mondi ed oggetti irreali che apparentemente possono ingannare, ma se osservati con attenzione rivelano sorprese nascoste.

Le sue opere sembrano scaturite da una fantasia fuori dal comune, mentre hanno molto poco di fantasioso. Il segreto è un’eccezionale capacità grafica legata alle forti passioni che egli ha per la matematica, la geometria e la cristallografia.

Uno dei suoi giochi preferiti, quand’era ancora un ragazzino, consisteva nel partire da due concetti arbitrari tentandone poi un collegamento.

Dai suoi appunti: “Ad esempio, passare dall’autista del tram alla sedia di cucina: autista del tram tram trainato da cavalli su rotaie attraversamento della città fino al limite limitar del bosco molti alberi legna assi segate per costruire mobili una sedia di cucina. Il gioco diventa difficile quando si vuol trasformare questo flusso di pensieri in immagini.”

Capì più tardi che doveva approfondire lo studio matematico del piano, partendo dalle tassellature più semplici, come ad esempio quelle che aveva visto all’Alhambra di Granada che lo avevano colpito profondamente. In questo modo sarebbe stato in grado di creare nuovi disegni periodici, combinando fra loro le diverse tessere dei suoi mosaici.

Scrive: “Molto tempo fa, durante uno dei miei vagabondaggi mi capitò di trovarmi in questo campo (la divisione regolare del piano); vidi un alto muro e poichè avevo il presentimento di trovare qualcosa di enigmatico e di sconosciuto, lo scavalcai faticosamente. Dall’altra parte c’era un deserto che attraversai con gran fatica fino a quando, seguendo un complicato percorso, mi trovai su una soglia: davanti a me si spalancavano le porte della matematica. Da qui si dipartivano in diverse direzioni molti sentieri ben tracciati e da allora mi soffermo spesso in questo luogo. Talvolta mi pare di aver perlustrato l’ intera zona, di averne percorso ogni sentiero e ammirato ogni veduta; poi, improvvisamente scopro un sentiero ancora inesplorato e assaporo nuove delizie.”

In realtà il discorso non è così chiaro e lineare come potrebbe sembrare, perchè, in Escher, siamo davanti, non solo, alla straordinaria suggestione di un’immagine spaziale tridimensionale su una superficie piana, ma anche ad un ulteriore fatto insolito: in ogni rappresentazione, l’immagine costruita è quella di una figura che non potrebbe mai avere un’esistenza spaziale concreta e reale, secondo la logica corrente.

Ossessionato dal concetto di divisione regolare del piano, Escher studia ed inventa simmetrie di vario tipo, cercando di utilizzare la divisione del piano come mezzo per catturare e fermare il concetto di infinito, realizzando opere in cui la tassellatura può continuare indefinitamente, avendo come sfida finale di contenere l’infinito entro i confini di una sola pagina.

Escher stesso non chiarì molto bene le regole applicate nel passaggio da una tassellatura all’altra, per riuscire a creare i suoi suggestivi mondi immaginari. Un piccolo paese della costa amalfitana, Atrani, che lo aveva colpito perchè aveva ritrovato nella sua struttura molti elementi dei suoi paesaggi fantastici, è ad esempio il punto di partenza per il primo disegno di questo tipo, “Metamorfosi I”. Le case sul mare diventano scatole, perdono via via le loro caratteristiche, si trasformano in semplici cubi, in esagoni e alla fine in ragazzini cinesi. Sono questi passaggi da una forma all’altra, dalla seconda alla terza dimensione, che sconcertano l’osservatore.

Uno dei temi che più affascinò Escher fu la rappresentazione di mondi simultanei, di un mondo infinito in uno spazio finito, tema che egli traspose visivamente in numerose sue opere, nelle quali sono contemporaneamente presenti due mondi, quello percepito dall’artista e quello a cui le sue percezioni non possono arrivare.

Nella sua opera “Sky and water”, gli uccelli sono acqua rispetto ai pesci e i pesci sono cielo rispetto agli uccelli.

La parte più originale della ricerca escheriana, poi, è quella riguardante la distribuzione del colore nei disegni periodici, per facilitare l’individuazione delle singole figure, ognuna delle quali deve svolgere alternativamente il ruolo di figura e di sfondo (Fish and Boats). La sua teoria della simmetria di colore sui disegni periodici a due o più colori contrastanti, verrà scoperta solo parecchi anni dopo dai cristallografi che l’applicheranNo con notevoli vantaggi nella classificazione dei cristalli e delle loro proprietà.

Quello che i matematici non hanno ancora approfondito è, invece, la transizione dinamica da un motivo all’altro.

“Noi non conosciamo lo spazio – scrive Escher – Non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo percepiamo. Siamo in mezzo ad esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla. Vediamo soltanto sentieri, segni; non vediamo lo spazio vero e proprio.”

Il genio di Escher consiste nella sua capacita’ di escogitare e allo stesso tempo realizzare figurativamente dozzine di mondi semireali e semi immaginari nei quali i suoi spettatori hanno la sensazione di entrare.

C’è una straordinaria analogia, tra le sue immagini assurde ed innaturali e le immagini digitali virtuali che si possono oggi realizzare grazie alla grafica computerizzata, che lo pone come un grande anticipatore del futuro.

“L’ attenzione che avete tanto cortesemente dedicato alle mie fantasie dimostra, per lo meno me lo auguro, che la scienza e l’ arte talvolta possono incontrarsi, come due pezzi di quel puzzle che e’ la vita umana, e che può stabilirsi un contatto attraverso la frontiera che separa i nostri rispettivi campi d’ indagine.”

 

“SIETE DAVVERO SICURI CHE UN PAVIMENTO NON POSSA ESSERE ANCHE UN SOFFITTO?”

 

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 tratto da:

 – www.artnweb.it 

–  Visoni della simmetria. I disegni periodici di M.C. Escher, Zanichelli, 1992 

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