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UN POMERIGGIO IN COMPAGNIA DI FRIDA KAHLO

A Roma, presso le Scuderie del Quirinale, si può visitare la mostra dedicata alla famosa artista contemporanea messicana, Frida Kahlo.

Nata nel 1907 e morta nel 1954 ad appena 47 anni, Frida, il cui nome per intero è Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón, viene acclamata nel suo paese solo pochi mesi prima che la morte la porti lontano da una vita piena di sofferenze fisiche e sentimentali. Sofferenze che le permettono di diventare l’artista riconosciuta di oggi.

Dopo un incidente molto grave in cui rimase coinvolta all’età di circa 17 anni, Frida deve abbandonare il suo sogno di diventare medico e durante le lunghe convalescenze a cui è costretta a letto, immobile, comincia ad usare il pennello e i colori che il padre le regala per passare il tempo.

Legge riviste e libri d’arte studiando così gli artisti e i movimenti culturali del suo tempo. Artisti che vivono a Parigi, Londra, Germania, Italia. Dai suoi quadri si evince questa conoscenza perché i simbolismi sono evidenti e i suoi primi tratti prendono spunto da quanto letto.

Frida è capace di fondere, con la sua arte, la storia e lo spirito del mondo contemporaneo con tutto il passato e le tradizioni folkloristiche del suo, di mondo.

Sposa Diego Rivera, artista conosciuto e anche famoso dongiovanni che la tradirà in moltissime occasioni; si sposeranno per ben due volte dopo aver divorziato e sarà proprio lui a cercarla l’ultima volta perché realizzerà di non poter vivere senza di lei.

Donna molto affascinante, nonostante i baffi e le folte sopracciglia che lei ritrae con sincerità perché sottolineano il suo essere donna messicana a quei tempi anzi, probabilmente, enfatizza molto queste caratteristiche perché durante la mostra si possono ammirare delle fotografie in cui Frida viene ritratta in tutta la sua particolare bellezza e gli attributi che lei si riconosce non sono poi così evidenti.

È una donna forte alla ricerca della propria indipendenza.

Tutto ciò che si trova nei suoi quadri è la sua vita e Frida tiene molto che questo concetto sia recepito da chi la osserva: quando qualcuno la etichetta come seguace del Surrealismo perché le sue opere sono, appunto, surreali, si ribella e non accetta alcuna imposizione, non ama essere catalogata in nessuno dei movimenti artistici del tempo.

“Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni” (Frida Kahlo, Time Magazine, “Mexican Autobiography”, 27 aprile 1953).

La mostra, nello specifico, ci dona: una serie di ritratti fatti ad amiche, a donne di classe, probabilmente anche amanti, al suo primo fidanzato; autoritratti, in cui spesso si ritrae come una madonna, come una dea; in quasi tutte le sue opere compaiono simboli che fanno riferimento all’epoca, denunce verso il capitalismo; spesso disegna il suo grande amore che lei definisce il suo “ranocchio”; e poi splendide fotografie che la ritraggono sorridente in tanti momenti della sua vita.

Il percorso intero svela una vita fatta di sofferenze, coraggio, forza d’animo e cultura.

Amori, passioni e colori per una donna che si ritrova ad insegnare arte pur non avendola mai studiata in accademia, un’artista che non da consigli sulla tecnica e sul come dipingere ma sul perché e sul cosa.

I suoi ultimi quadri sono quelli in cui i tratti sono sgranati, dove i colori non sono luminosi; quelli in cui ritrae la natura morta perché più semplice da disegnare; quelli che dipinge quando è sotto l’effetto di medicinali e dell’alcool, amici che le permettono di sopportare gli atroci dolori del corpo.

Per quasi tutta la vita, o comunque per lungo tempo, dipinge sdraiata sul letto aiutata da una struttura a baldacchino sulla cui sommità è applicato uno specchio, in questo modo può dipingere i suoi autoritratti. Il letto, riprodotto più volte nelle sue opere, sarà il trono su cui farà la sua apparizione durante la prima mostra nel suo paese. Riconoscente e felice potrà finalmente lasciarsi volare via, così come la colomba che si disegna sulla testa nella sua ultima opera.

Nel suo diario scrisse: “Spero che l’uscita sia gioiosa e spero di non tornare mai più.”

Una bella mostra che, personalmente, ho trovato molto affascinante.

Tantissima gente.

Unica pecca dell’organizzazione, secondo me, è quella di non aver messo delle barriere fisiche durante il percorso: c’erano solo delle linee guida disegnate sul pavimento da non oltrepassare in prossimità dei quadri ma la gente era troppa, si accalcava, e non avendo barriere si spingeva oltre fino a far suonare l’allarme. Una sinfonia per tutta la durata della mostra! Peccato!

In ogni caso, da non perdere.

Frida Kahlo, Scuderie del Quirinale – Roma, Via XXIV Maggio, 16, fino al 31 agosto 2014.

www.scuderiequirinale.it

 

 

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