GRAZIE NUNZIO

Quando ho saputo che non c’eri più, una tempesta di rabbia e dolore mi ha travolto, ho pensato: “Non è giusto. Non può finire così. Non può finire adesso.”
Tu, che sei sempre stato il volto della giustizia, della misura, dell’equilibrio, tu che, nella vita come nella professione, affrontavi ogni problema con lucidità, umanità e fermezza. Un uomo giusto. Un uomo vero.
Poi, lentamente, come accade nei grandi dolori, la rabbia si è sciolta, lasciando spazio alla gratitudine, gratitudine per averti incontrato, gratitudine per averti avuto accanto in questa lunga strada che è stata la nostra esperienza al Viminale
Anni di cammino condiviso, a volte da lontano, a volte fianco a fianco, e altre ancora stretti da quel legame silenzioso che solo chi condivide il peso della responsabilità può comprendere.
Sei stato un dono.
Un dono per tutti noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerti, di lavorare con te, di fidarci di te.
Hai lasciato un’impronta profonda, discreta ma indelebile, come solo i grandi sanno fare. Con il tuo sguardo calmo, con la tua capacità di trovare soluzioni senza clamore, con quel modo tutto tuo di essere presente, sempre.
Quando perdi un collega ed un amico è come se si spegnesse una luce dentro, ma in quell’ombra qualcosa di te resta.
Resta nel nostro modo di affrontare i problemi, con quel tuo stile: determinato ma umano, forte ma mai arrogante.
Resta nei ricordi, in quel pezzo di strada condivisa che nessuno potrà mai portarci via.
Grazie, Nunzio.
Per quello che sei stato.
Per quello che ci hai lasciato, per la tua amicizia, la tua lealtà, la tua umanità.
Buona strada, amico mio.



