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AVANTI! Il cammino delle donne

Sabato 18 ottobre alle ore 11:00, a Roma, nel cuore del V Municipio e più precisamente a Centocelle, si svolgerà la performance collettiva AVANTI! Il cammino delle donne, importante non solo per l’impegnativa realizzazione, ma soprattutto per l’esplicito significato: rappresentare attraverso l’arte i temi che interessano l’universo femminile.

La performance artistica, patrocinata dal V Municipio, si svolgerà davanti l’Istituto Comprensivo Artemisia Gentileschi – Plesso Scuola Primaria Fausto Cecconi – in Via dei Glicini 60.

Il progetto, nato dall’idea dell’artista Monica Pirone, ha l’intento di porre l’attenzione sulle varie realtà e identità con lo scopo di aggregare più persone per cercare sul territorio una partecipazione di più donne che siano testimoni di un progetto culturale volto alla fusione tra arte, performance e iniziativa sociale. “L’idea è di rendere questa opera collettiva e non esposizione personale”.

Il progetto in questione prende spunto da un iconico quadro del 1901: Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo.

(foto Roberto Cavallini)

L’opera rappresenta un particolare periodo storico e una precisa classe sociale: la civiltà contadina del periodo di fine ‘800 e inizio ‘900 pronta a rivendicare i propri diritti. Un’Italia che si affaccia al nuovo secolo rappresentata dall’avanzata del ceto popolare.

L’idea del progetto di Monica Pirone parte da “una lettura del quadro dove una massa coesa e compatta che lotta per l’affermazione dell’io e quindi di una categoria, di un gruppo, unito fortemente da comuni intenti e pronto a lottare per l’affermazione di questi principi. Una grande massa che oltre se stessa rappresenta una classe, una moltitudine di persone che vanno oltre i confini, oltre il quadro immaginiamo un mondo e questa immagine diviene manifesto universale”.

Ci si potrebbe chiedere il motivo per cui l’artista intende partire da questa immagine dove le figure femminili sono di gran lunga inferiori a quelle maschili e la spiegazione risiede nella consapevolezza che oggi, rispetto ai primi del ‘900, sono stati fatti notevoli progressi in relazione al conseguimento dei diritti che hanno reso la qualità della vita migliore a tutti noi.

Oggi è importante” – sostiene l’artista – “che questi diritti siano custoditi, protetti e che il nostro cammino vada sempre verso uno sviluppo, un miglioramento. Proprio su questo punto la performance trova il suo significato”.

“La performance” – continua Monica Pirone – “lavora ribaltando l’immagine del famoso dipinto […], proveremo ad immaginare un quadro opposto: tante donne protagoniste e un solo uomo con un bimbo in braccio sfileranno in un corteo. Le donne saranno disposte in file e ogni fila indicherà un decennio, distinto da dettagli e abiti creati appositamente. […] L’ultima fila cercherà continuamente come un’onda di arrivare alla testa del corteo, ma sarà respinta indietro per tornare al 1900. La storia va avanti e ciò che noi donne abbiamo conquistato non si può perdere. […] Le file che identificheranno i decenni dal 1900 al 1940 saranno caratterizzate dal bianco e nero, fino ad arrivare alla data storica del 02.06.1946 in cui noi donne abbiamo potuto votare per la prima volta. Da lì il corteo si accenderà di colori.”

Quando ha preso forma questa bellissima idea?

Questo è un progetto che ha preso forma circa un anno fa. Ho sempre amato il quadro “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, un’opera iconica, ricca di significati, amata dal pubblico e conosciuta anche da chi non è particolarmente vicino al mondo dell’arte.

Il mio percorso artistico mi porta da più di dieci anni a occuparmi di tematiche legate al femminile e alle Pari Opportunità. Nel 2022 è uscito un mio libro (A casa tutto bene, Bordeaux Edizioni) che racconta una vicenda di violenza domestica: attraverso la forma del diario descrivo i giorni dolorosi che precedono una tragedia, una di quelle che troppo spesso leggiamo nella cronaca del nostro Paese. Accanto alla scrittura, porto avanti performance e mostre che affrontano questo tema da differenti punti di vista.

Lo scorso inverno, quando ho iniziato a definire meglio i dettagli che avrebbero caratterizzato la performance collettiva Avanti! Il cammino delle donne, realizzando bozzetti e ricerche, ho sentito la necessità di scandire i vari decenni anche attraverso moda e costume. In quell’occasione ho incontrato Gina Larocca, costumista Rai, che, dopo aver ascoltato la descrizione dell’opera, si è subito offerta di partecipare portando il suo contributo nella parte dei costumi. Con il tempo ci siamo rese conto di avere affinità profonde: gusti, idee, modalità di lavoro e visione della vita. Una vera e propria sorellanza, che si sta sviluppando sia sul piano professionale che umano.

Da qui nasce anche il desiderio reciproco di proseguire con future collaborazioni.

Questa performance, molto complessa nell’esecuzione e soprattutto nella gestione di una moltitudine di partecipanti, non rappresenta la mia prima esperienza. Già l’8 marzo 2018, al Museo Macro di Roma, avevo realizzato Portrait of Woman  con la partecipazione di 90 donne, tante quante erano state uccise per mano di un uomo l’anno precedente. Amo le collaborazioni e il coinvolgimento delle persone come parte stessa dell’opera: installazioni umane, le definisco, in cui ogni partecipante crea una connessione con l’altra e diventa essenziale per la buona riuscita del lavoro. La cura fu affidata allora a Michela Becchis, che mi accompagna anche in questa nuova avventura, affiancata questa volta da Claudia Pecoraro. Mi piace costruire un gruppo collaudato, capace di lavorare in armonia; spero che anche Gina, pur conoscendola da poco, possa diventare parte integrante di questo collettivo tutto al femminile.

Dove volete arrivare, e a chi?

Un artista non “arriva”: realizza, progetta, fa ciò che sente, senza pensare a un target. Non si tratta di un prodotto da lanciare, ma dellespressione di convinzioni profonde che non aspirano a essere comprese da tutti né a diventare linguaggio universale. Ogni artista racconta una storia che può essere amata e compresa da alcune persone, e a volte non da altre.

Cosa vuol dire per te questo progetto?

I significati sono chiari: è un percorso delle donne dal 1900 fino a oggi. Ci si interroga: quanto cammino abbiamo fatto? Quanto ne resta ancora da percorrere? Come possiamo lottare per affermare sempre di più i nostri diritti?  È un modo per tirare le somme e riflettere se la direzione intrapresa sia quella giusta o se sia necessario correggere il tiro.

Altri progetti in itinere?

I miei progetti guardano sempre al futuro. Questo mese, l’8 ottobre, parteciperò a una mostra allo spazio Micro di Roma con un’installazione di 15 metri che racconta la violenza domestica e il suo percorso fino alla guerra: dalla violenza privata a quella collettiva cui assistiamo. Il passo tra privato e pubblico è brevissimo: chi esercita violenza tra le mura domestiche è potenzialmente pronto a riprodurla all’esterno, o quantomeno a comprenderne il senso.

L’11 ottobre, invece, presso Officinenove Studio, verrà presentato un mio ritratto d’artista realizzato dal fotografo Roberto Cavallini: le sue immagini, che mi ritraggono, dialogheranno con dieci mie opere, creando un intreccio tra soggetto e oggetto. Siete tutti invitati!

E poi ci sono i progetti futuri, in particolare quelli del 2026: una mia personale al Il Cairo con l’Istituto Italiano di Cultura. Una mostra che racconterà i tempi che stiamo vivendo, le guerre in corso e il ruolo che ciascuno di noi può avere per ricostruire un mondo più giusto ed equo, che salvaguardi il concetto di umano e non disumano, come troppo spesso invece oggi, purtroppo, ci stiamo abituando.

Una domanda a Gina Larocca. Come ti sei trovata coinvolta in questo progetto?

Ho abbracciato subito con il cuore e con la mente la forza dell’impresa che alimenta l’artista Monica Pirone perché ha deciso di cavalcare l’onda del tempo – pensiero che per altro stanno mostrando le ultime generazioni – nella sua accezione del divenire. Il sodalizio con l’artista, inoltre, si basa anche sulla condivisa convinzione che il corpo è un’opera d’arte in divenire.
Credo che l’umanità, senza differenza di genere, sia stata sottoposta a condizionamenti e forgiata da una cultura che vede l’essere umano portatore di messaggi effimeri, superficiali ma soprattutto materialistici. Ho abbracciato subito il valore che la Pirone ha voluto focalizzare in questa performance in cui l’essere umano può fare la differenza nella storia se consapevole di essere capace di interpretare i tempi non più come un mero effetto estetico ma come motore di trasformazione.  Poter rappresentare il divenire fermando questo pensiero rivoluzionario con una performance che pone l’individuo sulla linea del tempo di passato presente e futuro non è solo necessario ma anche entusiasmante.
Noi possiamo fare la differenza se viviamo nel qui e ora sapendo che ciò che facciamo lo facciamo per l’eternità. È questo che ci dà dignità.
Questa unità di pensiero con la Pirone, di sollecitare l’attenzione su questi temi, spero sia un piacere e un dovere per tutti se vogliamo fare un patto sociale con questa verità. Da dove veniamo e dove andiamo insieme.
Parlare a una persona è come parlare a tutti. Le donne lo vogliono fare e io sono felice di trovarmi con altre donne a condurre questo dialogo.
Sto preparando un nuovo progetto, sempre per cristallizzare ciò che si intende lasciare all’eternità, con il focus sull’atto del femminicidio. Ancora le date e il luogo sono in discovery. L’esperienza dovrà aprire una via di fuga verso la libertà attraverso la descrizione di come nasce un atto creativo contrapposto al tema della violenza, così da poter cambiare segno al processo neurologico di un fatto negativo con un segno positivo.

Una volta terminata la performance collettiva…?

Il nostro lavoro non finisce con il corteo e le fotografie scattate nell’occasione. L’ultima giornata che vedrà la chiusura definitiva di questo importante progetto si svolgerà martedì 28 ottobre, dalle ore 17:30, presso la Casa della Cultura Villa De Santis, in Via Casilina n. 624 a Roma. In questa location saranno esposte fotografie, alcuni costumi, bozzetti e testi che riguardano la performance e saranno oggetto di una Mostra-incontro dove sarà possibile anche scambiare opinioni sul significato di quanto visto, di quanto vissuto dalle partecipanti e le emozioni legate a questa esperienza.

Monica, vuoi dire ancora qualcosa?

Vorrei aggiungere che noi artisti siamo vicini a chi soffre in questo particolare momento storico e vogliamo partecipare, per quanto ci è possibile, alle vicende di attualità. Così, work in progress, abbiamo deciso di aggiungere al corteo due donne, di età differenti, che sfileranno con i colori della Palestina. Un simbolo per auspicare la pace in quelle terre e in tutto il mondo.

Ringrazio Monica Pirone e Gina Larocca per aver risposto alle mie domande, il V Municipio, le curatrici Michela Becchis e Claudia Pecoraro e tutta l’organizzazione che ha permesso di portare AVANTI! questo meraviglioso progetto.

Mi auguro che sabato 18 sarete in tanti a partecipare a questo evento che, ricordate, non è una mostra personale ma un’opera collettiva.

Cristiana Iannotta

Se volete approfondire e conoscere meglio l’artista Monica Pirone, visual artist, qui https://romeartweek.com/it/artisti/?code=LOEAXV potete trovare la sua biografia.

Contatti:

Mail: monika.pirone@gmail.com

Instagram, @monica pirone official

Fb: monica pirone

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