IL VIAGGIO
Via del Corea Roma, due amici seduti al bar progettano un libro sulla Sicurezza sul lavoro. Sono due sindacalisti, girano tra un Ministero e l’altro a raccogliere delusioni ed ad aiutare chi è rimasto indietro.
La loro è una lunga amicizia fatta di quello strano miscuglio di tenerezze e incomprensioni che li unisce senza ipocrisie.
Armati di passione consumano idee ed azioni tra i cambi repentini di quell’economia sindacale incomprensibile ed inutile che si declina in trattative estenuanti, riunioni, accordi e vertenze, a loro modo si sentono eroi, moderni Robin Hood che, usciti dalla foresta, cercano di riequilibrare le differenze sociali del paese.
Il libro doveva essere la cronaca di un viaggio nella sicurezza sul lavoro realizzato da due amici, ma il tempo, i fatti, la realtà dura e vorace l’hanno trasformato in una azione ancora da fare, nella storia di un momento che non c’è più stato, in pagine ancora da scrivere, da narrare.
Sembra quasi che il mondo sia scomparso, niente di ciò che abbiamo vissuto esiste ancora, in qualche modo siamo stati amici fortunati per il semplice fatto di esserci stati quel giorno nel bar di via del Corea a progettare il futuro.
Ho promesso, tra l’umidità di qualche lacrima, che avrei continuato io il lavoro iniziato insieme, ma non ce l’ho fatta, è ancora troppo difficile per me, pensavo di avere più forza, più pragmatismo, non è così.
Entro con tutta la mia rabbia in questa nuova dimensione, ho lasciato le certezze di un rapporto che procedeva su binari definiti e su affetti classici per inseguire il sogno di parlare ancora.
Poi ho capito, la rabbia è andata via, ti sento, ti vedo…………………parliamo.
Il pensiero di questa amicizia stroncata con la violenza che solo il destino usa, finalmente mi ha abbandonato, rimettere inaspettatamente i gesti quotidiani di ognuno in quelli dell’altro ci lascia ancora l’occasione di cambiare la percezione delle cose, di noi stessi, del nostro essere ancora insieme.
Nella vita non contano i passi che fai, né le scarpe che usi, contano solo le impronte che lasci.
Il mio pensiero è per te.
My brother Sandro.
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