PREFETTI UNITI NEL CONTRASTO ALLE MAFIE E ALLA CORRUZIONE
Cancellieri alla Ssai: «La sfida è epocale. Per questo bisogna essere uniti, fare squadra»
Il ministro dell’Interno ha concluso il seminario di studio in tema di antimafia: «L’Italia dovrà fare i conti con forti cambiamenti, che riguarderanno anche la pubblica amministrazione»
«La sfida che dobbiamo raccogliere è epocale perché c’è una rivoluzione culturale che riguarda tutto il Paese. Per questo bisogna essere uniti, fare squadra». Sono le parole del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri nel suo intervento con il quale ha concluso oggi il seminario di studio del progetto formativo in tema di antimafia e anticorruzione presso la Scuola superiore dell’Amministrazione dell’Interno (Ssai).
Dopo aver ascoltato la breve ma dettagliata sintesi dei lavori della giornata da parte del prefetto di Milano Gianvalerio Lombardi, il ministro Cancellieri si è congratulata con il direttore della Ssai per l’iniziativa perché, «l’Italia dovrà fare i conti con forti cambiamenti, che riguarderanno anche la pubblica amministrazione. Saremo chiamati su tanti fronti e bisogna riportare modelli di formazione permanente e selezionare le nuove leve per permettergli di fare la loro strada». Il ministero dell’Interno gode ancora di fama e considerazione, ha aggiunto Cancellieri, «perché siamo una struttura solida, presente sul territorio. Ma questo non basta più».
I LAVORI DELLA II SESSIONE
La sessione pomeridiana è stata incentrata sulle buone pratiche realizzate sul territorio. La situazione milanese e le misure predisposte in vista dell’Expo del 2015 sono state al centro dell’intervento del prefetto di Milano, Gianvalerio Lombardi.
La strategia di prevenzione di infiltrazioni da parte della criminalità nel sistema di appalti prevede una rete di monitoraggio delle opere pubbliche attraverso il Comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere che vede la prefettura come terminale sul territorio. Le linee guida degli interventi prevedono, inoltre, la competenza della prefettura di Milano sulla certificazione antimafia indipendentemente dalla sede della società, l’obbligo di comunicazione al prefetto indipendentemente dalla soglia dell’importo del contratto, controlli sulla manodopera e tracciabilità finanziaria di tutti i pagamenti.
«Il lavoro ha dato notevoli risultati», ha sottolineato Lombardi, fornendo anche i dati: nel periodo 2008-2011 sono stati effettuati 250 controlli su società e emessi 60 provvedimenti. Approntata inoltre, l’anagrafe degli esecutori, il monitoraggio delle attività di cantiere e una piattaforma informatica che fa confluire i dati sui rapporti giuridici con tutti i soggetti coinvolti nell’evento Expo2015.
Tra gli obiettivi raggiunti , la creazione di una ‘White list’ con l’elenco dei fornitori di servizi considerati ‘non a rischio di infiltrazione mafiosa’. Il prefetto di Milano ha concluso con una proposta: una circolarità delle notizie sulle interdittive già emesse in un’altra prefettura; si ridurrebbero così i tempi di accertamento.
L’idea della circolarità di informazioni è condivisa anche dal prefetto di Napoli, De Martino che è intervenuto sul contributo degli enti territoriali nell’attività di contrasto all’illecito arricchimento della criminalità organizzata.
De Martino, citando studi elaborati dalla Banca d’Italia, ha evidenziato l’effetto negativo che le infiltrazioni della criminalità organizzata hanno sulla creazione di ricchezza di intere regioni. Prendendo ad esempio analisi fatte su Puglia e Basilicata, si è evidenziato un decremento della ricchezza di questi territori pari al 20% in 30 anni, dal momento cioè delle infiltrazioni da parte delle mafie che, attualmente, sembrano puntare proprio alle regioni più ricche e che fino a poco tempo fa sembravano immuni dal ‘contagio’.
A riprova della efficacia della sinergia tra istituzioni sul territorio nel contrasto ai fenomeni mafiosi, De Martino ha citato il caso delle ‘imprese della contraffazione’ che operano nell’area vesuviana. Lì, lo scambio di informazioni tra Agenzia delle entrate, Camera di Commercio e Comuni che hanno incrociato dati su redditi, rifiuti, consumi di elettricità etc. ha permesso di evidenziare alcune anomalie e porre in essere le giuste misure di contrasto.
«E’ necessario, quindi, battersi – conclude il prefetto – in difesa di un’economia sana contro l’incidenza negativa delle mafie sul tessuto economico dei territori».
Sul “Progetto Pompei” è intervenuto il prefetto Fernando Guida, Coordinatore del gruppo di lavoro per la legalità e la sicurezza che ha sottolineato come il Governo abbia messo in gioco il proprio prestigio internazionale su questa opera di restauro che utilizza un significativo contributo economico da parte dell’Unione europea per 105 milioni di euro.
Per questo è stato previsto uno stretto monitoraggio sugli appalti e la tracciabilità dei flussi finanziari anche attraverso un’intesa sottoscritta tra ministero dell’Interno, Beni culturali e Autorità sui contratti pubblici. Secondo, infatti, il protocollo di legalità sottoscritto alla prefettura di Napoli con la Soprintendenza è obbligatorio avere da parte delle imprese appaltatrici un conto corrente dedicato all’opera, utilizzare bonifici bancari elettronici ‘Sepa’, dichiarare tutti i contratti indipendentemente dall’importo e inviare le richieste alla prefettura di Napoli anche per società con sede fuori dalla provincia.
Il successo del protocollo si misurerà comunque nella sua fase si attuazione. Obiettivo dichiarato: zero euro in tasca alla criminalità.
(tratto da www.mininterno.it)