2009….6 aprile…2014 IL TEMPO SEMBRA NON PASSARE MAI
Dormire in una tenda per i bimbi era come essere in gita, vivere l’avventura, la vacanza, invece era il terremoto, l’Aquila spezzata, non più bella e fiera ma buia e inquietante come la galleria senza luci che inghiotte le auto.
Nel campo c’erano tutti gli amici, i parenti, i conoscenti, la gente comune quella che ogni giorno avresti incontrato tranquilla a passeggiare per il corso, ora sono qui con la speranza che tutto finisca presto, che tutto per magia torni alla normalità, che tutto cominci di nuovo.
Ma il terremoto è come il ghiaccio che blocca ogni cosa, si sotto il ghiaccio il tempo si ferma, la luce si ferma e la vita è cieca ai colori, il bianco e nero sono gli unici toni possibili.
Poi arriva l’interminabile silenzio dei fatti dal 2009 al 2014, lo Stato che non c’è, che non ricostruisce, le mafie che pervadono gli appalti, i sindaci che rivendicano danni, aiuti, finanziamenti e poi ancora il sindaco della terra che trema che accusa tutti e nessuno, si dimette, non si dimette, vorrebbe fare ma non può fare, i nuovi quartieri, il G8, le foto con Obama, il Presidente e le case lampo.
Le vite spezzate per negligenza, per dolo, per un destino crudele, le lacrime del Prefetto, il popolo delle carriole, le proteste, le canzoni per la città, le raccolte di fondi, la politica che fa vomitare, i partiti di colori diversi ma tutti uguali, le lobby, gli ingegneri che ridono, le parole inadeguate.
Il sole che torna a scaldare, la gente che ha abdicato, non aspetta e non si aspetta più nulla, ormai assuefatta alla palude e alle promesse mancate.
Restano le vittime, il dolore, la rabbia, ma il silenzio no, oggi non serve, si dice in Israele, ed è vero che solo facendo sentire con forza la voce del popolo possono aumentare le possibilità che il Messia ritorni.
Allora facciamo tornare il Messia anche a L’Aquila.
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