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NESSUN LUOGO DI CULTO SI E’ SALVATO DALLE MANI DELL’ESERCITO EGIZIANO

Dopo la tragedia della moschea AL-Iman e la moschea al Fath che è stata sgomberata dai fedeli che si erano recati lì dopo la manifestazione per proteggersi dal massacro dell’esercito durante il coprifuoco,  feriti donne, uomini e anziani; più di 1000 persone sono rimaste rinchiuse dentro senza acqua ne cibo. Una donna è deceduta dentro la moschea  per colpa dei lacrimogeni lanciati dalle forze militari egiziane.

Persone da dentro la moschea si sono messe in contatto con alcune TV che hanno trasmesso in diretta tutto quello che stava succedendo dentro e hanno dato la prova che lì dentro non c’erano terroristi armati – come dicevano le autorità egiziane. Le persone lì dentro sapendo lo scenario che l’autorità egiziana stava preparando, non avevano altra arma che proclamare l’aiuto di Dio e non potevano uscire perché sarebbero state ammazzate a sangue freddo.

Il “Baltaghia” sicuramente tanti di voi hanno sentito questa parola, con cui di solito si identificano le persone fuori legge; ma durante questo colpo di stato la stessa parola identifica le persone senza cuore vestite da civili che lavorano con le forze militari egiziane;  il loro compito è massacrare senza pietà la gente che scende per strada. In effetti spesso apparentemente si vede l’assenza delle forze armate, ma in realtà hanno dato il compito ad “al-baltaghia” di fare il loro compito cioè massacrare gente,  bruciare chiese e moschee.

Ad  Alminia si sono verificati casi dove sono state bruciate le chiese: nei media egiziani come in altri stranieri,  troviamo la notizia titolata “I fratelli musulmani bruciano le chiese”.

Le persone scese nella manifestazione si sono fatte da scudo per proteggere le chiese e dimostrare che non è vero tutto quello che dicono le autorità egiziane. Infatti dalla chiesa Mari Gerges di Alminia che è stata bruciata, ha parlato Padre Yousuf Ayoub e ha detto che non è vero che sono stati i fratelli musulmani a bruciare le chiese ma sono stati i ” BALTAGHIA”! Ha chiesto il soccorso della polizia e dell’esercito ma loro si sono rifiutati di intervenire. Padre Yousuf Ayoub chiede aiuto ed oltre all’appello di non essere lasciati soli, chiede che vengano anche lì i giornalisti per documentare l’accaduto.

Oggi è stato deciso di chiudere tutte le moschee dell’Egitto; si aprono solamente un quarto d’ora prima della preghiera ed un quarto d’ora dopo.

Vi segnalo alcune foto esclusive sui fatti di venerdì scorso in un mio articolo sul sito dell’Istituto Triage Duepuntozero. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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