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DRUNKORESSIA

Notizie dal web.

Come spesso succede, la curiosità spinge a fare nuovi incontri e così mi sono imbattuta in una notizia particolarmente interessante perché sembra che una nuova follia stia strisciando ancora in territorio sommerso: una follia che sta per diventare una terribile moda.

Per l’occasione è stata coniata una nuova parola: drunkoressia, unione del termine inglese drunk e anoressia.

Si tratta di un vero e proprio “fenomeno” che si sta pericolosamente diffondendo tra gli adolescenti e, secondo i dati del Ministero della Salute, sembra che 300 mila giovani in Italia ne siano già rimasti coinvolti e, purtroppo, affascinati. Le statistiche si riferiscono ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni e per l’80% si tratta di appartenenti al genere femminile, quindi 8 ragazze su 10.

Questa pericolosa tendenza, molto diffusa appunto tra le donne, si sta estendendo anche al sesso maschile e trae la propria origine dagli USA: non si mangia per non ingrassare, e spesso lo si fa per poter somigliare sempre più ai modelli suggeriti dai media, e si bilanciano le calorie assumendo alcool, che permette anche di anestetizzare i morsi della fame. Un perfetto circolo vizioso che porta ad annoverare questa pratica alla stregua dei gravi disturbi alimentari quali anoressia e bulimia.

La Dottoressa Annarita Atti, psichiatra e ricercatrice presso l’Università di Bologna, asserisce che non si tratta di una patologia bensì di un comportamento da associare all’anoressia, che affligge specialmente le ragazze adolescenti.

Si deve tener presente che l’organismo femminile tende ad espellere l’alcool più lentamente perché l’enzima che permette di metabolizzare questa sostanza è presente in misura dimezzata rispetto agli uomini.

Gli adolescenti interessati escono la mattina di casa con una piccola colazione e non ingeriscono assolutamente più alcun tipo di cibo fino alla sera, quando escono con gli amici e si concedono senza rimorsi gli ambiti alcolici.

Anoressia da happy hour, che di happy ha solo l’illusione.

Le ragazze malate di anoressia sanno perfettamente quante calorie sono contenute nei cibi e quali sono i rimedi per ingerirne sempre di meno. I gravi disturbi fisici provocati da questa malsana nuova abitudine sono tanti e deleteri: danni provocati dall’alcool al fegato e al cervello, osteoporosi e pericolose alterazioni cardiache.

Come si può fare per capire se i ragazzi sono avvezzi a tali abitudini?

Non è facile perché possono mostrare gli stessi sintomi che si riscontrano in tutti gli adolescenti, si deve cercare di essere il più attenti e perspicaci possibile per individuare e controllare sbalzi di umore e inspiegabile aggressività, cercare di capire, inoltre, se i ragazzi hanno scarsa stima in se stessi.

Per curare la drunkoressia, qualora accertata, bisogna ricorrere a vere e proprie terapie: rinutrizione, psicoterapie individuali e/o di gruppo, farmaci per l’eventuale dipendenza da alcool.

Una delle prime soluzioni per cercare di evitare di trovarsi in situazioni pericolose di questo tipo è quella di dare ai ragazzi l’attenzione che meritano e che, a volte, tentano di ottenere con mezzi estremi senza essere capiti. È necessario parlare con i propri figli, comunicare, dialogare, approfondire i motivi di un eventuale disagio, non lasciarli da soli davanti alla rete mediatica.

Ma questi, scusate, non sono i classici consigli di buon senso per cercare di riuscire a crescere i figli in maniera sana?

La scarsa attenzione dei genitori è data dalla mancanza di tempo, di abitudine o è “solo” figlia della velocità della nostra realtà dove tutto è incasellato per cercare di ordinare alla perfezione i ritmi serrati che non possono essere deviati da comportamenti che richiedono calma e comprensione? Comportamenti che non si vedono solo perché non lo si vuole, perché il disagio grave di un figlio è, molto spesso, derivante da una carenza di presenza affettiva genitoriale, che si accetta ancor meno.

I genitori che, invece, ascoltano, si prestano e cercano di risolvere i problemi dei loro ragazzi devono essere consapevoli che non possono percorrere questa strada da soli e che devono ricorrere all’aiuto di psicoterapeuti e di centri seri che si occupano di disagi alimentari.

I Centri per i disturbi alimentari si trovano nei più grandi Ospedali Italiani.

 

 

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