Sociologia

L’arte dell’inganno: quando lo sbagliato sfuma nel giusto

Chiunque può dire di aver visto almeno una volta nella propria vita il celeberrimo film Guerre Stellari. Anche non si è propriamente un fan della saga trentennale, la figura del pelosissimo alieno Chewbacca sarà rimasto nell’immaginario di chiunque l’abbia visto anche di sfuggita. Vi chiederete “cosa c’entrano Star Wars e l’orsacchiottone alieno in un articolo scientifico?”, la risposta è: assolutamente niente!

Come niente spesso c’entrano le innumerevoli parole che si dicono per ingannare qualcuno, distogliere la sua attenzione dall’essenziale e convincerlo di ciò che si vuole!

La mente umana non è in grado di elaborare un eccessivo numero di informazioni contemporaneamente e si arriva al punto dove si ascolta solamente ciò che si vuole ascoltare, specie se il carisma e/o la fiducia di cui gode il nostro interlocutore non lasciano dubbi. 

Un esempio abbastanza celebre è la fermezza con il quale l’avvocato Johnnie Cochran riuscì a convincere la giuria che il suo assistito O.J. Simpson fosse innocente. Sfruttando a suo favore un colpo di fortuna e la sua notevole e riconosciuta “arte oratoria”, ribaltò tutti i pronostici scagionando il proprio cliente. Galeotta fu l’inesperienza del team legale guidato dal procuratore distrettuale Darden contro la furbizia dell’avv. Cochran. Darden, contro il parere dei suoi superiori e della collega Clark, fece provare a Simpson i guanti insanguinati ritrovati sulla scena del crimine. I colleghi di Darden  ritenevano che tali guanti si potessero essere ristretti a causa del sangue e dell’umidità. Infatti i guanti si rivelarono troppo stretti per le mani di Simpson e l’avvocato Cochran prese la palla al balzo per la sua convincente, e piena di giri di parole, arringa finale che concluse con la frase, passata ormai alla storia delle procedure legali, “If it doesn’t fit, you must acquit!” (se non calzano, dovete assolvere!).

L’arringa funzionò e dopo 253 giorni di processo, Il 3 ottobre 1995, la giuria emise il verdetto in meno di quattro ore, proclamando l’innocenza di O.J. Simpson.. La difesa era riuscita, tramite un colpo di fortuna perfettamente colto, a offrire alla giuria la possibilità di dichiarare che praticamente non esisteva alcun elemento per poter condannare Simpson “oltre ogni ragionevole dubbio”.

E adesso possiamo ritornare a parlare del nostro carissimo amico peloso… Perché? Perché la difesa di O.J. Simpson è stata parodiata dal cartone animato satirico South Park in un episodio dove appunto il personaggio di Johnnie Cochran difende gli interessi di una casa discografica usando la sua convincente parlantina, usando come esempio ciò che ai media adesso è nota come Difesa Chewbacca.

Il testo del fittizio intervento dell’avv. Cochran è il seguente: 

Questo è Chewbacca. Chewbacca è un Wookiee del pianeta Kashyyyk. Ma Chewbacca vive sul pianeta Endor. Riflettete bene; questo non ha alcun senso! Perché uno Wookiee alto tre metri, vorrebbe vivere su Endor, con un branco di Ewok alti settanta centimetri? Questo non ha alcun senso! Ma ancora più importante, dovete chiedervi: Cosa c’entra questa cosa con questo caso? Niente. Signore e signori, non ha nulla a che vedere con questo caso! Non ha alcun senso! Guardatemi: sono un avvocato che difende una casa discografica e sto parlando di Chewbacca. Questo ha senso? Signore e signori, le mie parole non hanno senso! Niente di tutto questo ha senso! Perciò, quando sarete in camera di consiglio per deliberare, ricordate le parole: Questo ha senso? No! Signore e signori di questa cosiddetta giuria, non ha alcun senso! Se Chewbacca vive su Endor, dovete assolvere!

Non ha per senso, ma per la giuria il senso c’è stato eccome, sia nella finzione del cartone animato che nel reale caso Simpson! Un esempio di come la dissimulazione possa deragliare la mente dai binari della razionalità propria verso il binario che l’interlocutore più desidera. 

Il neologismo “Difesa Chewbecca” è diventato oggetto di studio da parte di studiosi americani: il criminologo Dr. Thomas O’Connor affermò che quando la prova del DNA non mostra una piena e totale compatibilità con l’imputato “L’unica cosa che si può fare è attaccare il laboratorio per la mancanza della certezza della qualità del test oppure utilizzare una Difesa Chewbacca e provare a confondere la giuria convincendola di quanto difficile, complicato e moralmente ingiusto sia condannare un uomo senza una certezza ma solo con una probabilità, seppur alta che sia”. 

Gli analisti forensi Erin Kenneally e Anjali Swienton hanno successivamente confermato che la Difesa Chewbecca è spesso utilizzata per contestare le prove digitali che si presentano alla Corte, mostrando molte spiegazioni e bug alternativi derivati dai PC e dai provider internet per accrescere il ragionevole dubbio di una giuria non competente in materia.

L’arte e il potere della dissimulazione erano già conosciuti nel 600 a.C., ne possiamo trovare prova nel trattato di strategia militare “L’arte della guerra” scritta dal generale cinese Sun Tzu. Per Sun Tzu l’arte della guerra è l’arte di vincere senza combattere, di ingannare il nemico, confonderlo, incutergli timore psicologicamente prima ancora di schierare gli eserciti sul campo di battaglia. 

Tutto in guerra si basa sull’inganno: se il tuo nemico è superiore eludilo, se è irato irritalo, se è di pari forza lotta, altrimenti sparisci e riconsiderati.” (aforisma di Sun Tzu citato anche nel film Wall Street)

In politica e in letteratura possiamo trovare l’esempio del Große Lüge (la grande menzogna), termine coniato da Adolf Hitler, nel suo trattato Mein Kampf del 1925 dove afferma che usando una bugia talemente colossare che nessuno crederebbe che qualcuno abbia l’imprudenza e il coraggio di distorcere la realtà fino a quel punto. Infatti così facendo riuscì a far credere all’opinione tedesca che gli ebrei fossero in parte responsabili della sconfitta della Germania nella Grande Guerra.  

Il termine fu analizato nello stilare il profilo psicologico dello stesso Hitler da parte dell’Ufficio dei Servizi Strategici U.S.A.:  

“Le sue regole principali sono: mai ammettere una sconfitta, mai far credere che ci possa essere del buono nel nemico, mai lasciare spazio per idee alternative, mai accettare la colpa, concentrarsi su un nemico alla volta e incolparlo di tutto ciò che va male; la gente crederà più facilmente ad una grandissima menzogna piuttosto che ad una piccola e se la si ripete abbastanza spesso prima o poi la gente ci crederà.”

Un altro famoso esempio cinematografico è quello che in gergo si chiama “supercazzola”. Nata dal film di Mario Monicelli Amici Miei del 1975 , è una frase priva di alcun senso logico, piena di parole inventate sul momento, usata al fine di confondere la persona al quale ci si rivolge, distraendolo dal suo vero intento e  rendendolo ridicolo senza che se ne accorga. Il testo della prima famosa supercazzola, fatta dal Conte Mascetti e dall’amico Giorgio Perozzi ad un vigile urbano che stava multando, è il seguente: 

“Mascetti: Tarapìa tapiòco! Prematurata la supercazzola, o scherziamo?

Vigile: Prego?

Mascetti: No, mi permetta. No, io… scusi, noi siamo in quattro. Come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribài con cofandina? Come antifurto, per esempio.

Vigile: Ma che antifurto, mi faccia il piacere! Questi signori qui stavano suonando loro. Non s’intrometta!

Mascetti: No, aspetti, mi porga l’indice; ecco lo alzi così… guardi, guardi, guardi. Lo vede il dito? Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Ma allora io le potrei dire, anche con il rispetto per l’autorità, che anche soltanto le due cose come vice-sindaco, capisce?

Vigile: Vicesindaco? Basta così, mi seguano al commissariato, prego!

Perozzi: No, no, no, attenzione! Noo! Pàstene soppaltate secondo l’articolo 12, abbia pazienza, sennò posterdati, per due, anche un pochino antani in prefettura…

Mascetti: …senza contare che la supercazzola prematurata ha perso i contatti col tarapìa tapiòco.

Vi state chiedendo se abbia funzionato? Vi resta che guardare il film e scoprirlo… Io nel frattempo vado a far visita al mio amico Chewbacca sul pianeta Endor! 

Dott. Dariush Rahiminia

Fonti:

Sun Tzu, “L’arte della guerra – Edizione Integrale”, Newton Compton Editori, Milano 2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Supercazzola

http://it.wikipedia.org/wiki/Orental_James_Simpson

http://www.jewishvirtuallibrary.org/jsource/Holocaust/hitlerlie.html

http://en.wikipedia.org/wiki/Chewbacca_defense

www.brainyquote.com/j/johnnie_cochran.html‎

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