Sociologia

LA FAMIGLIA: STIMOLO PER RICOMINCIARE

Si sa, la famiglia è l’istituzione fondamentale di ogni società, è dove si nasce, si cresce, si vive, fin quando non si decide di emanciparsi e crearsene (anche se oggigiorno non sempre accade) una dove nella quale i figli a loro volta nasceranno, cresceranno, vivranno e così via, in un ciclo infinito che si ripete da milioni di anni.

L’importanza della famiglia è riconosciuta principalmente a livello legale, principalmente nella Dichiarazione Universale Dei Diritti Dell’Uomo dove si afferma che “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato”, e successivamente viene riconosciuta e anche dalla nostra Costituzione nella quale vi sono dedicati tre articoli, nella quale si stabilisce che:

•”La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell’unità familiare”.

•”È dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori dal matrimonio. Nei casi di incapacità dei genitori, la legge provvede a che siano assolti i loro compiti. La legge assicura ai figli nati fuori dal matrimonio ogni tutela giuridica e sociale, compatibile con i diritti dei membri della famiglia legittima. La legge detta le norme e i limiti per la ricerca della paternità”.

•”La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l’adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose. Protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo”. 

(Articoli 29;30;31 della Costituzione della Repubblica Italiana) 

Dal punto di vista sociologico la famiglia è quel specifico gruppo, istituzione o agenzia di socializzazione che lega la coppia ai figli, cioè interseca i rapporti fra i sessi con i rapporti fra le generazioni. Pur trattandosi di relazioni interpersonali di mondo vitale, che delimitano una sfera privata, la famiglia ha importanti funzioni per la società, e quindi ha una valenza pubblica. Le forme familiari sono state storicamente molto variabili, tuttavia, nessuna società ha mai potuto abolire la famiglia. Quando ha cercato di farlo, quella società è scomparsa, oppure ha dovuto ridare spazio alla famiglia. La ragione fondamentale consiste nel fatto che la famiglia è una struttura sociale che ha il compito di umanizzare le persone attuando il passaggio dalla natura alla cultura. La famiglia è infatti un’istituzione che svolge un ruolo fondamentale nella società, ne rappresenta l’unità minima sociale, oppure, il gruppo primario quanto all’apprendimento ed alla formazione di base di ogni individuo. Non meraviglia quindi che il fenomeno della crisi della famiglia, riscontrato a partire dai primi decenni del XX secolo, sia uno dei temi più delicati per i sociologi. Essi infatti vedono nella crisi di tale istituzione la crisi della società medesima, come degradazione del gruppo che ne costituiva l’elemento base. 

Quindi possiamo facilmente notare l’importanza della famiglia sia a livello personale sia a livello sociale: 

In primis, salvo casi particolari, la famiglia è la prima fonte di sostentamento, la prima base dove troviamo le nostre radici, il nostro porto dove poter approdare in qualsiasi momento. Successivamente possiamo riscontrare nella famiglia la motivazione per andare avanti nella vita, per dare il meglio, per spingersi oltre, in poche parole: lo scopo della nostra vita!

A livello psicologico, la famiglia è la base naturale di ciò che si definisce, appunto, motivazione, l’insieme dei fattori aventi una data origine che spingono il comportamento di una persona verso un determinato scopo, secondo questa concezione, ogni atto che viene compiuto senza una reale motivazione rischia di fallire.

Alla base di questa teoria troviamo il concetto di bisogno. Il bisogno scatta quando i segnali superano uno specifico livello di attenzione e è interpretato dalla mente esclusivamente in chiave deprivazionale, ossia scatta quando non è soddisfatto. Infatti questo concetto è stato largamente analizzato da Sigmund Freud che introduce il concetto di Pulsione definendolo come un istinto con un’origine, uno scopo, e un oggetto attraverso cui avviene la sua scarica. 

Usando come punto di partenza la motivazione, Freud utilizza il concetto di pulsione per spiegare anche le dinamiche proprie dell’inconscio oltre che gli stati fisiologici essenziali dell’uomo, identificando due istinti o pulsioni di base, una legata alla sopravvivenza e alla sfera sessuale, un’altra alla morte e alla distruttività.

Se volessimo fare un esempio pratico, ho personalmente seguito il caso di un uomo, arrestato più volte per reati “minori”, quali furti e piccole truffe. Il soggetto, al momento della mia analisi, era in attesa di giudizio per il reato di estorsione e nel frattempo posto agli arresti domiciliari, con la possibilità di svolgere del lavoro agricolo non retribuito in una cooperativa sociale, con il quale il sottoscritto collabora come consulente criminologico, che si occupa appunto dei reinserimento dei detenuti nel mondo del lavoro. 

Al momento dell’inizio dell’analisi, il soggetto non mostrava alcun segno di pentimento, né alcun desiderio di impegnarsi nell’attività lavorativa che gli veniva proposta. Il cambiamento si è ottenuto nel momento in cui, purtroppo, fu diagnosticato alla moglie un tumore maligno all’utero. Nel momento in cui le spese per le cure della sua consorte superarono le sue disponibilità economiche, il soggetto si rese conto che avrebbe dovuto far qualcosa! Non poteva far curare la moglie poiché non era nella condizione di poter lavorare con retribuzione e improvvisamente le sue priorità, che prima erano bighellonare e vivere di espedienti illegali, cambiarono in darsi da fare per poter lavorare nuovamente. La sensazione di impotenza che lo pervadeva nel non poter aiutare la propria metà e l’essere ignorato dai figli per lo stesso motivo, gli diede la spinta che gli serviva per alzare la testa, rimboccarsi le maniche e iniziare a combinare “qualcosa di buono”. Iniziò a darsi da fare nella serra della centro di recupero mostrando risultati eccellenti e una grande forza di volontà, risultati che spinsero il direttore del centro a chiedere al sottoscritto di domandare una condizione di semi-libertà alla Corte per permettergli di lavorare onestamente.

Attualmente, il soggetto è ancora in attesa di giudizio ma ha ottenuto dal Tribunale di Sorveglianza di poter lavorare part-time in una stazione di servizio e nell’altra metà della giornata si occupa tuttora della serra della cooperativa sociale. Il risultato ottenuto dai suoi sforzi non hanno fatto altro che giovare al suo morale, dal punto di vista della dignità di uomo e di padre di famiglia, e potrebbero agevolare in maniera significativa i processi di reinserimento e risocializzazione del reo al fine di un nuovo inizio di vita nella società civile.

Un chiaro esempio di come la famiglia sia una motivazione più che valida per andare avanti nella vita, sempre e comunque.

Dr. Dariush Rahiminia

 

Riferimenti bibliografici:

C. Saraceno, “Sociologia della famiglia”, Il Mulino, Bologna 2007

S. Freud, “Pulsioni e loro destini” in “Metapsicologia”, Bollati Boringhieri, Torino 1915

P. Donati (a cura di), “Famiglia risorsa della società”, il Mulino, Bologna 2012

http://it.wikipedia.org/wiki/Portale:famiglia

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