Dritto al cuore
Tommy, Santa ,Corrado, Alberto e Vito
Prendi in mano il destino, quante volte ho pensato di farlo o meglio quante volte ho creduto che fosse possibile farlo.
Quante volte ho avuto fiducia nel futuro cercando di trasformarlo anche solo di pochissimo.
Ho provato fino al 24 agosto 2016 a parlare al destino, ma non ha sentito.
Alla fine è arrivato Lui, il terremoto, di notte, all’improvviso come le raffiche di vento freddo nel mare in tempesta e tutto è cambiato.
Quel carpe diem che per molto tempo è stato il mio imperativo ora significa solo che non abbiamo più abbastanza fiducia nel domani.
Abbiamo perso, in un attimo, quel minimo di autodisciplina necessaria a difendere il nostro diritto a sopravvivere ad un terremoto.
Quando la terra trema in quel modo anche l’ambiente che ci sembrava amico diventa estremo.
E’ il punto in cui la fisica termina e la nostra comprensione della natura viene meno, ogni cosa è destinata a tornare, dovevamo essere pronti e non lo siamo stati, si dice che gli eventi sismici sono tutti diversi ,ma in realtà sono tutti uguali.
Ed uguale è il dolore di ciascuno di noi sopravvissuti a quella notte o solo spettatori di quell’orrore, uguale è il peso che senti nel cuore quando perdi in un attimo gli affetti più grandi.
Tommy. Santa, Corrado, Alberto e Vito voglio pensare che la vostra nuova dimensione sia una vita più forte della vita, sia un potenziamento dell’esistenza che vince sulla forma, per noi che vi abbiamo visti impotenti andare via, ci è difficile avere equilibrio è come camminare sul ghiaccio sottile.
Difficile solo pensare che non ci siete più, sono impreparato a non avere la semplicità dei vostri sorrisi consapevole di custodire, insieme a voi, la vicenda umana di cui siamo stati partecipi.
Così mi capita di specchiarmi nelle vostre parole e rendermi conto ancora una volta di quale passione eravate tutti capaci.
Sto tentando di lasciarmi trasportare dai ricordi verso quel tempo che ci visti uniti per dare un senso alle nostre vite ed allora vi guardo anche senza vedere, vi ascolto senza sentire e colgo attraverso i segni che ci lasciate ogni giorno, il mondo giusto che avreste voluto fosse il nostro.
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