Politica

LA SFIDA DI CHIARA

Chiara Ferraro ha ventidue anni, è una candidata speciale nella lista di Ignazio Marino al Comune di Roma, è una ragazza epilettica con diagnosi di “autismo e disabilità cognitiva”, se eletta andrà in Comune accompagnata dal padre, il suo tutore.

Frequenta il quinto anno dell’Istituto Tecnico di Agraria, è socia con il suo papà di una cooperativa agricola.

Quella di Chiara è una candidatura che ha suscitato dibattiti e polemiche. C’è chi ha sostenuto la sua inutilità, o il risultato di uno “sfruttamento” da parte della famiglia e degli operatori che la seguono.

Ma Chiara non è Chiara e basta.

E’ tutti quelli che, come lei, sembrano non avere un diritto al futuro al di fuori degli spazi di reclusione pensati per loro. Rappresenta le famiglie dei ragazzi autistici di questa città, le associazioni che hanno sostenuto fortemente questa candidatura, i professori e gli operatori precari che, senza garanzia di reddito e continuità, vivono questa esperienza.

Perché non si è candidato il padre?

Perché non sarebbe stata la prima candidatura di un parente di persona disabile. E’ facile interagire e avere a che fare con i genitori e con le loro richieste, facendo orecchie da mercante quando queste danno fastidio.

Risulterà più difficile, invece, ignorare le richieste di Chiara (e dei ragazzi come lei), se i suoi problemi e le sue necessità verranno posti di fronte all’intero Consiglio Comunale.

La questione è molto complessa e merita un approfondimento e una riflessione più attenta alla bocciatura che si è avuta in questi giorni da parte di tante testate giornalistiche. Bisogna smetter di pensare che un ragazzo con autismo vada lasciato al di fuori della società e delle istituzioni: a suo modo, la presenza di Chiara in Comune sarà più utile alla sua causa che a quella del suo tutore.

Prima di scrivere e dare sentenze, si dovrebbe capire il perchè di questa candidatura, l’autismo in primis non è una “malattia”, ma una sindrome, l’utilizzo per altri fini poi quali sarebbe?

Il padre ha deciso di far conoscere le problematiche dell’autismo, e questa potrebbe essere una provocazione, la possibilità di evidenziare un problema che, altrimenti, rimarrebbe sempre oscuro per molti.

E’ una protesta, anzi un urlo nei confronti di una politica che ha dimenticato i disabili e le loro famiglie. Se Chiara verrà eletta, i consiglieri di Roma Capitale dovranno abbassare la voce, altrimenti Chiara potrà andare in crisi. Non potranno far finta di non vedere i problemi dei disabili e di chi li assiste, perché li avranno sotto gli occhi.

Io la voterò perché penso che Chiara Consigliere Comunale, con la sua sola presenza, suggerirà comportamenti più pacati e riflessivi, e perché, sedendo in Consiglio, ricorderà a tutti, giorno dopo giorno, che nella nostra città vivono anche persone come lei che devono avere il rispetto e l’appoggio, totali e incondizionati, della comunità alla quale appartengono.

 

(foto di Sergio Giangregorio)   

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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