L’ULTIMA MONARCHIA
le cui scelte di politica interna ed estera non seguono mai un democratico dibattito, ma sono, perlopiù, determinate da dogmi parareligiosi e da convenienze economiche e di consenso.Sacro e profano, quindi, si mescolano come nella trama letteraria del migliore Dan Brown ed è sconfortante svegliarsi al mattino e leggere sui giornali notizie di trame oscure ai danni del Santo Padre, tradito dal suo più fedele assistente che ha divulgato documenti top-secret. Come sempre la realtà supera la realtà (e non è un lapsus calami).Ma vediamo, senza scrivere troppo , cosa è successo nella maniera più semplice. Il problema nasce, cresce e naturalmente troverà il suo naturale termine non in una querelle romantica e misteriosa, ma nella lotta per la gestione dell’Istituto Opere di Religione (IOR) che come tutti sapete è una banca che batte bandiera vaticana e che per la ragione stessa del suo esistere può permettersi acrobazie finanziare di ogni tipo.
Il Board dello IOR licenzia il suo Presidente Ettore Gotti Tedeschi accusato di significative irregolarità proprio nel momento in cui la banca tentava di entrare nella cosiddetta “ White List”, dove vengono inseriti i paesi che consentono un adeguato scambio di informazioni in materia di tassazione ed hanno norme trasparenti del sistema bancario comprese le nuove pratiche antiriciclaggio. Si insedia il Vice Presidente il tedesco nato a Porto Alegre (Brasile) Ronaldo Hermann Schmitz ex AD di Deutsche Bank ed inizia un nuovo giro di giostra, naturalmente bisogna condire il tutto con buoni prodotti mediatici ed ecco il maggiordomo traditore, il complotto dei cardinali, i poteri oscuri che vogliono screditare la chiesa cattolica.
Ratzinger è giustamente addolorato e sceglie di citare il vangelo di Matteo, ma non ammette la crisi di governo all’interno di San Pietro dove le fazione di cardinali hanno balcanizzato le dinamiche interne pro e contro Bertone e non solo. Dopo la macchia della pedofilia, sempre troppo poco condannata, tornano all’orizzonte i mille misteri della Santa Sede.
Sergio Giangregorio
(immagine tratta da www.repubblica.it)
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