CRISI SIRIANA IN VIA DI ESPANSIONE
Sembra che la crisi siriana esca dai confini del paese per ampliarsi in una dimensione che coinvolge i paesi della regione.
Naturalmente il Libano sarebbe il primo paese ad esserne coinvolto in quanto Tripoli , con i suoi inquieti equilibri sempre precari, si sta ancora una volta trasformando per arrivare a diventare il facile epicentro del caos in arrivo.
Il richiamo inviato dai paesi del Golfo in merito all’evacuazione dei propri cittadini dal Libano è una prova della situazione confusionale prevista .
Il Libano e la Giordania non hanno ceduto alle richieste del Qatar e dell’Arabia Saudita a far entrare le armi attraverso le loro frontiere in favore delle forze contrarie al regime siriano. Questo rifiuto, secondo la mentalità del Golfo, giustificherebbe una punizione.
Come si evolve la situazione in Libano?
Tante sono le sorprese in arrivo riguardante lo scenario libanese. Un inizio potrebbe avvenire con un’ondata graduale di assassinii di figure pubbliche libanesi fino ad arrivare all’obiettivo finale con l’assassinio di una figura di primo piano. Di conseguenza il Libano potrebbe entrare in una spirale di violenza che metterebbe a rischio la stabilità e il futuro di questo paese.
Gli Hezbollah indubbiamente subiranno una parte di questa strategia di attacchi destabilizzanti. Questo scenario sarebbe il preludio per favorire il confronto inevitabile tra Hezbollah ed Israele. Quest’ultimo inizierà ad attaccare i leader di questo partito fino ad arrivare ad attaccare il Libano intero di cui Nasrallah (Capo di Hezbollah) sarà l’obiettivo più importante. Questo degenererà serie conseguenze che faranno entrare la regione in un tunnel senza uscite.
La prossima fase: Guerra aperta
Andare in guerra è l’unica interpretazione della nuova formazione del governo israeliano (di cui farà parte Netenyaho – Mofaz). Un governo di guerra di questo profilo, formato da militari, e’ un chiaro rivelatore delle intenzioni degli israeliani. Attaccare gli Hezbollah è stata una volontà sempre presente nell’agenda israeliana sin dalla fine della guerra del 2006. L’unica differenza è che questo confronto non potrà assomigliare a nessuno dei conflitti passati.
I fattori più importanti che aumentano la probabilità dell’aggressione verso gli Hezbollah sono favoriti dallo stato di instabilità del regime interno siriano.
L’opportunismo israeliano è oggi favorito dalla grave situazione attuale siriana che non porterebbe al coinvolgimento di questo regime , occupato nella grave crisi interna, in favore degli Hezbollah e questo favorirebbe la possibilità di Israele ad arrivare con successo ad una battaglia finale con l’eliminazione definitiva degli Hezbollah.
Il ruolo iraniano nella situazione odierna.
L’Iran i n questa situazione potrebbe essere costretto a fare un compromesso che include due punti maggiori: il primo è il nucleare iraniano ed il secondo è il Bahrain. L’incontro di Bagdad il 23 di Maggio tra l’Iran e il gruppo dei “cinque più uno è il chiaro segnale dell’inizio di questa fase del compromesso che -senza dubbio- condurrà a variazioni nel rapporto siriano-iraniano a causa degli ultimi sviluppi regionali. Per questo vi saranno delle conseguenze in due aree. La prima sarà il Golfo Arabo, principalmente il Bahrain, ed il secondo il Libano, principalmente Hezbollah.
Il Golfo contro la Siria e l’accordo internazionale.
Non era difficile prevedere l’impossibilità di far cadere il regime siriano senza il coinvolgimento in una guerra aperta con i paesi confinanti. Per questo il fallimento di far entrare in questo confronto (almeno con l’apertura dei confini) la Giordania ed il Libano lascerà l’unica carta in mano ai nemici della Siria che cercano di indebolirla con l’utilizzo degli attacchi terroristici e con le bombe specialmente negli aree borghesi che hanno sostenuto fino ad adesso il regime siriano come Aleppo e Damasco.
Oggi il regime siriano è arrivato al punto di accettare l’idea del compromesso e con la realizzazione di questo progetto i terroristi potrebbero diventare incontrollabili ed espandersi ovunque nei paesi al di fuori della Siria.
Il confronto fra i paesi del Golfo (Arabia Saudita e Qatar) e la Siria e’ entrato in un tunnel senza ritorno . Semplicemente questo vuol dire un incremento degli atti terroristici e dei bombardamenti forse ancora più sanguinosi. Però la vera domanda che ci sorge in questa situazione è se nel futuro qualcuno potrebbe controllare questi strumenti del terrorismo e limitarli nei luoghi un cui si trovano, la risposta è senz’altro negativa. E quello che avverrà a Damasco sarà un esempio di quello che potrebbe accadere in tutti i paesi confinanti con la Siria.
I prossimi giorni saranno pieni di eventi e sorprese ma il consenso russo e americano riguardante il pericolo della presenza di al-Qaida in Siria ha preparato la strada per un maggior consenso tra i due paesi. Questo è segnalato anche dalla nuova posizione del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, che ha confermato, dopo aver ricevuto il rapporto inviato dal rappresentante siriano alle Nazioni Unite, la responsabilità di al-Qaida in riferimento agli attacchi terroristici in Siria.
Da un altro punto di vista questo consenso russo-americano potrebbe condurre ad un indebolimento del ruolo iraniano in Siria ovviamente nella prospettiva degli interessi strategici delle due grandi potenze. I perdenti maggiori , in questo scenario, saranno le parti che non hanno analizzato attentamente la situazione: i paesi del Golfo e i suoi alleati come pure la Turchia e la Francia che sono uscite completamente dal gioco. L’Europa, in generale, si troverà fuori da questo contesto politico e la sua unica presenza sarà esclusivamente sotto l’ombrello della Nato.
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