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BASTA!

BastaMentre al Viminale si decide di tagliare i dipendenti civili, vengono impiegati negli uffici agenti di polizia rigorosamente senza divisa e le auto di servizio utilizzate dai dirigenti si moltiplicano, nonostante la legge lo vieti.

Dopo aver appreso dalle pagine del Corriere della Sera del 23 aprile che il Ministro Cancellieri ha dichiarato: “Tagliamo un dipendente civile su dieci…al Ministero stanno studiando anche una diversa distribuzione delle forze dell’ordine sul territorio, ma in questo caso, lo scriva, senza alcun ritocco del personale, sulla sicurezza non si risparmia”…, gradirei conoscere le motivazioni con cui il Viminale, di fronte ad una legittima richiesta di sicurezza dei cittadini, si ostina ancora ad impiegare negli uffici agenti di polizia rigorosamente senza divisa, sottraendoli così al controllo del territorio.

La sicurezza non è stata neppure inserita nell’agenda del nuovo governo poiché si ritiene questo un problema non prioritario, eppure i cittadini hanno denunciato di non sentire protezione da parte dello Stato né sulla propria incolumità personale né sull’integrità patrimoniale, nonostante il rapporto tra cittadini e numero di poliziotti sia in Italia tra i più alti in Europa.

Il Viminale  qualche mese fa dichiarava la decisa volontà di restituire ai compiti di istituto tutti i poliziotti impiegati in ufficio con grande rapidità promettendo sull’argomento la luna agli italiani.

In realtà il numero degli agenti-travet rimane sostanzialmente lo stesso, circa 30.000 ed anzi, in alcuni casi, aumenta addirittura, facendo perdere ogni credibilità ai vertici del Viminale che non riescono ad ottimizzare le risorse umane disponibili.

Sfugge, infatti, alla più elementare ratio come si possa restituire ai servizi d’istituto un esercito di circa 25.000 poliziotti in tempi ragionevolmente brevi, se addirittura se ne vogliono impiegare altri in ufficio.

Come facilmente si può intuire al Ministero dell’Interno vogliono prendere tempo sperando che l’attenzione sul problema “Poliziotti – Travet” come per incanto cessi di esistere.

L’accesso negli uffici amministrativi per i poliziotti è in questo momento regolato da criteri assolutamente oscuri, per capirci, chi non ha sponsor non si siederà mai dietro una scrivania.

Basta semplicemente dettare poche e precise regole idonee a valutare quali operatori di polizia non più abili per attività esterna andrebbero utilizzati esclusivamente negli uffici amministrativi.

Ma quanti sono e soprattutto cosa fanno gli agenti in servizio al Gabinetto del Ministro, nella Segreteria del Capo della Polizia, nelle Segreterie dei Sottosegretari, nel Dipartimento di P.S. nella sua globalità ed in tutti gli altri uffici del Ministero dell’Interno? Mistero.

Se davvero fossero 30.000, mi piacerebbe credere che facciano parte di un esercito fantasma, preparatissimo dopo anni di addestramento amministrativo, ben stipendiato e motivato, pronto ad intervenire in caso di un invasione extragalattica…………..

Ed inoltre, perché al Viminale, anche chi non ne ha diritto ha assegnata una vettura di servizio “ad personam”, nonostante la legge lo vieti dal 1997 ed anzi preveda che le vetture, escluse le alte cariche dello Stato, siano ad uso collettivo (D.P.C.M. 11/4/97)?

Perché i 15.000 Ispettori di Polizia neoassunti anni fa, formati all’attività investigativa con i soldi dei contribuenti, sono tutti quasi esclusivamente impiegati in uffici amministrativi?

Ed ancora, perché la circolare n. 5551/B1A/15/1 datata 20-6-1996 del Capo della Polizia che prevedeva l’uso della divisa per il personale della Polizia di Stato in servizio negli uffici amministrativi non è mai stata applicata ?

Forse si è voluto mascherare meglio l’enorme numero di agenti in ufficio, che invece in divisa avrebbero dato nell’occhio?

Ci dicano, per onestà intellettuale, se è giusto che il personale di polizia impiegato negli uffici debba anche avere il vantaggio di godere di un trattamento economico e di un orario privilegiato (senza riscontro dei tornelli)  rispetto ai loro colleghi poliziotti impiegati in servizi operativi ed a tutti gli impiegati civili?

Non ci si riferisce naturalmente ai poliziotti che hanno già dato il loro contributo per la sicurezza del paese, mettendo ogni giorno la loro vita a rischio senza nascondersi dietro una scrivania, ma agli esageratamente numerosi operatori di Polizia che, freschi di corso, espletano la loro acquisita professionalità in un ufficio amministrativo, senza aver fatto neppure un’ora di polizia attiva, in compiti che non gli sono propri, ed incentivati anche, dalla fruizione dello straordinario, che, come già detto, è sensibilmente più remunerativo rispetto agli agenti operativi.

Certo, per un agente, un ispettore o un commissario, è comodo combattere la criminalità dietro una scrivania, ma è davvero poco credibile.

Ministro Cancellieri, faccia qualcosa in fretta, “non ci dica quello che si può fare ma non si fa, restituisca al territorio i giovani agenti di polizia che hanno con fatica vinto un difficile concorso pubblico per proteggere i cittadini e non per fare i travet.

Faccia fare ai poliziotti il loro mestiere, non è onesto continuare a dire che tagliando gli impiegati civili si risolvono i problemi, perché i civili producono sicurezza come e di più dei poliziotti in ufficio.

Vogliamo sicurezza reale e non virtuale.

Sergio Giangregorio

Immagine tratta da www.estense.com

© Riproduzione Riservata

Sergio Giangregorio

Direttore Responsabile magazine online Convincere. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme. Giornalista investigativo ed analista di intelligence, come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani, al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa. Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili. Direttore Scientifico dell'Istituto di Ricerca sui rischi geopolitici Triage Duepuntozero.

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