Politica

Pescara del Tronto a quattro anni dal sisma

Sono da poco passate le 2 del mattino del 24 agosto ed incontriamo Patrizia Marano Presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime “IostoconPescaradelTronto”, nel parco giochi di Pescara del Tronto dove lo scorso anno si è svolta la commemorazione delle vittime del sisma. E’ venuta insieme a tanti altri familiari delle vittime per ricordare i propri cari ,fuori dalle manifestazioni ufficiali che quest’ anno , senza alcuna logica si sono svolte il giorno prima , aspetterà con gli altri le 3.36 per non dimenticare chi non ce l’ha fatta. Ci parla con la voce rotta dalla commozione…. quattro anni sono passati nel silenzio delle istituzioni che avrebbero dovuto esserci accanto per superare il trauma di avere perso nel sisma figli , mariti, genitori , parenti, amici invece abbiamo dovuto sopravvivere a noi stessi da soli, senza alcun sostegno, soli contro la burocrazia che paralizza la vita di tutti, soli quando, invece di aiutarci, l’ Amministrazione comunale di Arquata ha avuto il coraggio di chiederci il pagamento dell’imu per delle case che non ci sono più.

Ci hanno chiesto, senza alcuna vergogna, una tassa sulle pietre che hanno ucciso i nostri cari.

Abbiamo dovuto ricorrere in commissione tributaria per avere ragione di questa richiesta folle, che tristezza.

Quest’anno hanno deciso di non svolgere la commemorazione  delle vittime del sisma alle 3.36 del mattino a Pescara del Tronto, di è invece svolta una funzione  religiosa il 23 agosto alle 18,30 quando tutto ancora non era accaduto, mentre ad Amatrice, giustamente, si è deciso di continuare a commemorare le vittime del sisma alle 3.36.

Questa scelta non è stata partecipata e neppure condivisa, nessuno ci ha avvertito, è  il segnale di una comunità, ormai disgregata, lontana da quel sentimento di solidarietà che avrebbe dovuto tenerci uniti.

Resta l’amore, senza confini, per i nostri cari persi quel 24 agosto e l’angoscia di non averli più  con noi ,perché il dolore è di chi lo indossa non di chi lo guarda e nessuno può comprendere il dolore di una persona fino in fondo…..

Una protesta silenziosa, fatta di sguardi delusi e di sofferenza, di consapevolezza che in molti vogliono dimenticare in fretta quello che successo e lasciare  i territori all’abbandono. 

Ormai è mattina inoltrata quando Davide Rendina, anche lui colpito dal terremoto che gli ha portato via la nipote Lucrezia e la sorella Piera, commenta con amarezza e delusione questa commemorazione che ci racconta ormai priva di sentimenti veri… “sembra una manifestazione dovuta, ma non sentita ci dice e prosegue… il prossimo anno organizzeremo noi familiari delle vittime una veglia per i nostri cari, senza passerelle, senza prime file occupate dai politici del momento, sarà un incontro vero per ritrovarci ed abbracciarci tutti.

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