ENERGIA EOLICA E CRIMINALITA’
Lo scorso 8 maggio l’Osservatorio Socio-Economico sulla Criminalità del CNEL ha presentato presso la sede dell’Ente, Sala Gialla, il rapporto di indagine sull’analisi di rischi di illegalità e penetrazione della criminalità organizzata nel settore dell’energia eolica in Italia.
Le mafie hanno, nel tempo, saputo coniugare vecchie tradizioni criminali con nuove opportunità economiche permeando con il loro potere persuasivo sia gli alti livelli amministrativi sia i livelli politici partendo dal territorio per arrivare al governo centrale.
I cospicui finanziamenti pubblici sul settore energetico, per il 50% a fondo perduto, hanno poi accelerato l’interesse delle mafie sulle varie forme di energia alternativa tanto da far diventare la produzione di energia eolica l’ultimo, in ordine di scoperta, business criminale.
Queste le premesse di un interessante rapporto di indagine che ha visto come relatori, dopo un breve saluto del Presidente del CNEL, Antonio Marzano, il Coordinatore dell’Osservatorio Socio-Economico sulla Criminalità Dr.Marcello Tocco, l’Arch. Sandro Polci Responsabile della ricerca, il Dr. Enrico Fontana Consulente scientifico, l’Arch. Claudio Falasco Esperto, il Prefetto Carlo De Stefano Sottosegretario al Ministero dell’Interno, il Prof. Carlo De Vincenti Sottosegretario allo Sviluppo Economico.
Erano inoltre presenti altri numerosi esperti nell’ambito della sicurezza sociale e nel contrasto alle infiltrazioni criminali nel circuito del contratto pubblico tra i quali il Vice Prefetto Daniela D’Attino del Ministero dell’Interno, il Vice Presidente dell’AISIS Dr. Claudio Sciarma ed il Ricercatore del CRISU di Perugia Prof. Manuel Anselmi.
Il dibattito ha evidenziato le maggiori criticità in termini di contrasto a questa nuova tipologia di criminalità economica che, alterando la legittima e sana concorrenza imprenditoriale, impedisce lo sviluppo nelle aree del sud d’Italia, provocando dei rapidi illeciti arricchimenti che vengono purtroppo declinati con negativi effetti imitativi.
Tale situazione, infatti, tende a scoraggiare gli investimenti esteri sulle energie alternative segnando una significativa riduzione dei posti di lavoro che produce, a caduta, effetti negativi sulla reputazione del paese stesso.
Si è, infine, evidenziato come la “green economy” sia diventata l’opzione futura per la crescita da difendere, sulla quale investire risorse economiche ed umane e per la quale aumentare il livello di contrasto alla criminalità organizzata soprattutto attraverso un maggiore coordinamento tra le forze di polizia.
Immagine tratta da www.certificazione-energetica.com
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