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PLPL 2019

Quest’anno si sono festeggiati i 18 anni della “Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria”.

 

Alla maggiore età di Più Libri Più Liberi è stata dedicata tutta l’importanza che meritava: le sale nel mezzanino hanno offerto eventi molto interessanti; personaggi autorevoli e importanti si sono avvicendati nella Nuvola di Fuksas. Gli stand erano stracolmi, sottolineo, stracolmi di persone curiose. Famiglie con bambini piccoli, ragazzi adolescenti, coppie di ogni età.

Iniziamo dai numeri che sono, sì, a volte asettici ma che, in questo caso, offrono un quadro ben evidente di come sono andate le cose quest’anno.

Più di 100.000 presenze e più di 1800 ospiti, tra italiani e internazionali. Un interesse nei confronti della cultura che rispecchia in pieno l’aumento del 6% di introiti, legati alla vendita dei libri, che si è verificato nei primi 11 mesi di quest’anno.

All’interno della struttura architettonica simile a una scatola dai lati trasparenti, chiusa solo da limiti convenzionali, la Nuvola si è librata con leggerezza e determinazione per dedicare tutto il suo spazio senza costrizioni di sorta a: “L’Europa e i suoi confini”, il tema di quest’anno, regalando un’evidente maggiore attenzione nei confronti dell’attualità internazionale.

Sono stati molti gli ospiti internazionali che hanno parlato di migrazioni, conflitti mediorientali, Isis, rapporti tra Italia e Libia e tanto altro ancora. Ne citerò solo una: la diciassettenne attivista russa Olga Misik, nota per aver affrontato la polizia e il regime di Putin durante una manifestazione per la democrazia a Mosca, leggendo gli articoli della Costituzione russa.

La cito per due motivi: il primo è che ammiro il coraggio e la determinazione di una giovane donna in un Paese dove non è consentito nemmeno parlare liberamente. Non lo dico io, ma lo ha affermato lei stessa, raccontando agli studenti italiani, durante il suo intervento di giovedì mattina, cosa significa vivere in uno Stato dove non vengono rispettati i diritti basilari, sia civili che politici: « […] arrivata in Italia, mi ha sorpreso il clima di libertà che c’è nel vostro Paese. A Roma ho visitato un liceo occupato, la polizia lascia correre. In Russia è sufficiente una riunione di tre persone per scatenare la reazione delle forze dell’ordine. Si rischiano multe di migliaia di rubli e poi il carcere fino a cinque anni. […] Lo faccio perché in questo modo riesco a ispirare altre persone. L’obiettivo è cambiare il Paese e più siamo e meglio è. Per ora in Russia il regime purtroppo è stabile: ogni giorno ci sono nuovi arresti, ormai è diventata prassi. Nonostante la mia età, dopo tutto quello che mi è successo ho l’impressione di essere già cresciuta. Ma non mi fermo, dedicherò la mia vita a questa lotta».

Non credo ci sia bisogno di un mio commento personale a queste parole.

Il secondo motivo per cui scrivo di questa ragazza è che, con il suo entusiasmo, ha dialogato e risposto alle domande di migliaia, lo dicono i dati dei comunicati stampa, di studenti delle scuole romane e l’incontro, moderato da Rosalba Castelletti, giornalista di Repubblica, si è basato sull’importanza che la legge ha sulla conservazione dello Stato di diritto e della democrazia. I ragazzi partecipanti hanno portato la propria copia della Costituzione Italiana e questo, a mio avviso, è uno dei più grandi successi in relazione anche alla nostra attualità.

Le presenze più gradite alla manifestazione, come tutti gli anni, sono i bambini che, soprattutto con le scuole, hanno visitato la fiera durante l’orario mattutino e speso i loro buoni sconto per l’acquisto dei libri. Una vera e propria ressa, a sentire gli editori, che non si è fermata nemmeno nelle ore seguenti. I bambini sono la vera risorsa della cultura ed è sempre bello poterli osservare mentre sono alle prese con i libri dai diversi formati e dalle illustrazioni più disparate, e vederli scegliere in piena autonomia ciò che piace più loro. Senza contare la presenza attiva nei numerosi laboratori creativi, adibiti appositamente per loro da professionisti nel settore.

Una delle novità di quest’anno è stata l’Area Book Influencer, che ha ospitato uno spazio in cui gli editori e le nuove figure di comunicazione: bookblogger, booktuber, bookstagrammer italiani, si sono confrontati. Gli editori avevano a disposizione una manciata di minuti, circa quindici, per poter presentare l’ultimo libro in collana, o l’autore di punta del momento. Si chiama pitch, quel progetto di informazioni perfettamente condensate che porta alla vendita, e quindi alla riuscita, di un progetto. Lo scopo principale è stato quello di discutere nuove strategie, sia di comunicazione che editoriali.

Questo è marketing, direte voi. Ovviamente, vi rispondo. Gli editori, le librerie, i distributori e quant’altro devono avvalersi del marketing: hanno dei prodotti da vendere.

Il romanticismo della lettura e del fruscio delle pagine, o dello scroll di una pagina video se più aggrada, viene lasciata a noi lettori che vogliamo perderci in sogni e realtà virtuali e agli scrittori che, ove non pensino solamente alle vendite, sono in grado di regalare dei momenti di pura e favolosa magia.

Dunque, quest’anno, c’è stata una riorganizzazione del format fiera, non più inteso come solo spazio espositivo ma, soprattutto, occasione per proporre e valorizzare più professionisti del settore, creando maggiori scambi tra editori e aziende, e apportando ulteriori innovazioni.

A dimostrazione che il libro è vivo, che c’è partecipazione ai cambiamenti, alla socialità, all’unione e alla condivisione.

Condivisione, appunto, è la parola che ho donato a Marta Cerù, la blogger che si autodefinisce “cronista acchiappaparole”, che dai termini a lei regalati coglie spunti e riflessioni per descrivere il mondo esterno e il suo, in particolare. Condivisione che abbraccia l’inclusione, il rispetto e l’apertura verso l’esterno.

La cultura, insomma.

 

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