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“DUAL USE” E LA TEORIA DEL PROIETTILE

Il 17 novembre alle ore 15 presso l’Aula Magna dell’Università degli studi dell’Aquila sarà presentato: “DUAL USE”, il libro di Sergio Giangregorio, Claudio D’Angelo e Claudio Sciarma.

L’iniziativa è promossa dall’Università dell’Aquila con la partnership del CEOS, Centro Europeo Orientamento e Studi e dell’Istituto di Ricerca sui rischi geopolitici “TRIAGEDUEPUNTOZERO”.

DUAL USE non è solo un termine usato per indicare uno strumento o un prodotto a “duplice uso”, hanno dichiarato gli autori, è anche un modo di vedere la realtà nella quale viviamo. Gli autori, attraverso un’analisi approfondita delle operazioni di peacekeeping e degli effetti del Disturbo Post-Traumatico da Stress (PTSD), tracciano un quadro completo in materia di peacekeeping che ha altresì il merito di porre l’accento sull’ambiguità e sulla spinta paradossale delle cosiddette “guerre umanitarie”. DUAL USE è un testo essenziale per comprendere l’intricato mondo del peacekeeping, dalle missioni di prima generazione alle prospettive future in campo politico e strategico, in un percorso multidisciplinare che impone una profonda riflessione sul concetto di “operatore di pace”.

L’iniziativa editoriale viene proposta all’interno del seminario “La teoria del proiettile. La comunicazione come processo di stimolo e risposte”.

Parteciperanno alla discussione il Prof. Simone Gozzano, Direttore del Dipartimento di Scienze Umane presso l’Università degli Studi dell’Aquila, la Prof.ssa Antonella Nuzzaci, Presidente del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria presso l’Università degli Studi dell’Aquila, il Prof. Marco Antonio D’Arcangeli, Professore di Pedagogia Generale e Sociale presso l’Università degli Studi dell’Aquila ed il Prof. Gianmarco Cifaldi, Professore di Sociologia Generale presso l’Università degli Studi di Chieti.

“Oggi più che mai – ha dichiarato la Prof.ssa Nuzzaci – il dibattito sulla comunicazione di massa e terrorismo deve spingere la comunità scientifica verso strategie mediatiche alternative, soprattutto alla luce dei nuovi scenari internazionali. È importante uscire dal binomio spettacolo e terrore, ma per farlo è necessario un passaggio culturale avviando un percorso di conoscenza sui meccanismi di  condizionamento psicologico dei media sulle masse.”

 

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