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LA SOTTOVESTE ROSSA

Nella storica cornice del Teatro Belli questa sera prima dello spettacolo “La sottoveste rossa”, con Patricia Vezzuli*, per la regia di Claudio Boccaccini.

Un appuntamento da non mancare, di straordinario pathos narrativo, che si pone l’ambizioso obiettivo di essere avanguardia nella costruzione di una teatralità asciutta, creativa e penetrante. La Vezzuli, sul consumato palco del Belli, supera se stessa, in un’altalena di emozioni, travolge lo spettatore fino a renderlo, inconsapevolmente, attore per una sera.

Questo si è teatro.

 

“Quel corridoio è lungo, non vedo dove finisce, ma lo vedrò, deve essere la mia sfilata più bella e allora indosso la cosa più bella che ho, e cammino, una mattonella dopo l’altra, porta dopo porta, e tutti si voltano perché sono bella… con la mia SOTTOVESTE ROSSA!”

Lo spazio è quello vuoto di un teatro spoglio, il tempo è quello interminabile di un’audizione che Lei, Clelia Calvo l’attrice, vorrebbe sostenere ma che nessuno, così sembra, ha intenzione di farle fare. Clelia, è una bellissima donna sui 30 anni, un’ attrice. Sta aspettando da ore per sostenere un provino con un importante e famoso Regista. E’ tardi: ormai sono andati via tutti e lei è stanca e nervosa; decide di andarsene perché non sopporta più lo stillicidio di quell’interminabile attesa.

Ad un tratto una voce irrompe nel silenzio, scusandosi per il ritardo e pregandola di restare: è il Regista. La donna, nonostante sia indispettita e contrariata, decide di rimanere, e chiede al Regista di farsi vedere, ma lui resta nascosto, chissà dove, ad osservarla e la invita ad esibirsi. Inizia un dialogo tra i due, teso, serrato, polemico, a tratti divertente: a poco a poco verranno svelate verità inimmaginabili.

Il Regista cerca di sedurre con la Voce quella bellissima donna che non vede il suo interlocutore ma è attratta dalle sue parole e intrigata sempre più da quella sfida. Come per farsi perdonare, il Regista introduce nella sala una ragazza, una sua assistente, che offre all’attrice fiori e champagne; Clelia è lusingata da questa galanteria inaspettata, e cerca, invano, complicità nella ragazza che, dopo aver scambiato poche frasi, scompare.

Clelia così accetta di esibirsi davanti all’uomo, che continua a celare il suo volto. Canta, balla, recita, e ormai non più del tutto sobria per via del troppo champagne, si lascia andare a ricordi personali sempre più intimi che avvolgono il Regista in una spirale di seduzione dalla quale non riuscirà a sottrarsi.

Il dialogo tra l’attrice e “il maestro” si dipanerà tra colpi di scena e rivelazioni fino allo sconvolgente esito finale. Il rapporto tra i due evidenzierà in continuazione le luci e le ombre di un gioco che si rivelerà perverso non tanto sul piano del sado-masochismo, naturalmente insito nel rapporto attrice-regista, ma soprattutto attraverso una progressiva messa a nudo dei corpi e delle anime con i loro lati oscuri, con tutte le verità non dette, con i ruoli insomma che uomini e donne si trovano continuamente a recitare in quell’infinito copione “non scritto” che da sempre chiamiamo vita.

In un crescendo di colpi di scena il Regista finalmente si manifesterà, e…

(scene di nudo e tematiche scabrose consigliano la visione a un pubblico adulto)

 

 

 

 

 

 

 

 

*Patricia Vezzuli e’ un’ attrice italiana. Divide la sua attività tra tv (protagonista in Vivere nel 2008, svariati

ruoli in diverse fiction italiane tra cui Don Matteo, Rex, Un Passo dal Cielo 2) e teatro in cui si è

contraddistinta in diversi ruoli comici in commedie (Donne che vogliono tutto, Mondo Rosa, Uomini

sull’orlo di una crisi di nervi 2). È stata anche testimonial di diverse campagne pubblicitarie internazionali.

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