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UN 8 MARZO DI RIFLESSIONE. LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL MONDO ISLAMICO

Nella splendida cornice del Museo Nazionale delle Arti e Tradizioni Popolari diretto dalla D.ssa Maura Picciau, la giornalista Marisa Paolucci ha scelto di presentare la sua ultima fatica letteraria, “Tre donne e una sfida”, curatrice dell’evento la D.ssa Luigia Ricci Rozzi.

Il libro descrive le storie di tre donne islamiche, di generazioni, paesi e continenti diversi, unite nel comune percorso verso l’eguaglianza sociale e l’emancipazione della donna in contesti profondamente patriarcali ed illiberali.

Shirin Ebadi iraniana, avvocato premio nobel per la pace nel 2003, Fatima Alimed Ibrahim, sudanese, prima donna eletta in un parlamento africano, Malalai Joya, afgana, è stata parlamentare nel suo paese, si raccontano attraverso la penna, la sensibilità e le intuizioni dell’autrice indicando la strada del dialogo e della giusta interpretazione del Corano come l’unica possibile da percorrere per raggiungere la parità dei diritti tra uomo e donna nel mondo islamico.

Speaker dell’incontro la D.ssa Luciana Mariotti Etnoantropologa dell’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia che ha moderato gli interventi della Professoressa Emerita della Sapienza Biancamaria Scarcia Amoretti, della Principessa dell’Afghanistan Soraya Malek e del Presidente del Ceos, Prof. Sergio Giangregorio.

L’islamista Scarcia Amoretti ha proposto con passione una visione della società islamica moderata e democratica, stigmatizzando gli stereotipi negativi che spesso i media utilizzano sull’argomento.

La Principessa Malek ha raccontato il passato di libertà del suo paese attraverso la proiezione di rare immagini della famiglia reale afgana.

Il Presidente del Ceos, Prof. Giangregorio ha, invece, discusso in senso più critico sulla condizione femminile nel mondo islamico, ribadendo che la donna viene considerata una minaccia al potere patriarcale dell’uomo e quindi emarginata ed ostacolata nella vita politica e sociale.

Infine l’autrice di “Tre donne e una sfida” ha descritto le tappe del suo lavoro letterario citato il particolare rapporto personale che la stessa ha avuto con le protagoniste del libro.

A margine dell’evento la EEC-Press di Londra ha intervistato il Prof. Giangregorio che ha dichiarato: “Spesso il mondo accademico crede di risolvere i problemi dell’Islam, solo spiegando che il Corano non è stato ben interpretato dall’Occidente, ma l’attuale interpretazione coranica delle politiche gestionali dello Stato in molti paesi dell’area è illiberale e sessista, se non lo si ammette il cambiamento sarà ancora molto lontano e la donna rimarrà discriminata”.

L’agenzia inglese ha anche raccolto le dichiarazioni dell’analista di intelligence dell’Istituto di rischi geopolitici TRIAGEDUEPUNTOZERO, Dott. Domenico Pavone che ha ribadito la mancanza di democrazia nei paesi islamici che utilizzano la religione come codice politico impedendo la pluralità confessionale all’interno dello Stato.

 

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