Economia

La Fisiocrazia

L’economia è divenuta “cosa di tutti” da un po’ di anni a questa parte, paroloni difficili di origine anglofila, tappezzano e riempiono gli articoli dei nostri giornali. Con le righe a seguire, cercherò di soffermarmi, in ordine cronologico sui diversi pensieri economici che hanno forgiato l’economia attuale.

In quest’articolo: La Fisiocrazia.

La fisiocrazia è una dottrina economica affermatasi in Francia tra il 1750 e il 1780. Il termine fisiocrazia, viene riportato per la prima volta in una raccolta di testi a cura di Pierre Samuel du Pont de Nemours  (1768), per identificare l’insieme delle indagini economiche che da Francois Quesnay (suo primo assertore) era stato etichettato come “dottrina dei filosofi economisti”. La scuola di pensiero fisiocratica nacque in contrapposizione al mercantilismo, in difesa della funzione economica e dell’importanza dell’agricoltura, per poi divenire una vera dottrina, basata sull’idea di un ordine naturale preesistente e sovrastante agli ordinamenti positivi. 

Per Francois Quesnay l’agricoltura è il fondamento alla base di tutte le attività economiche: questo perchè l’agricoltura produce i beni, mentre l’industria si limita a modificare e il commercio a dispensare. In soldoni, per la fisiocrazia è essenziale per creare ricchezza: il momento in cui i beni vengono prodotti e non il momento in cui questi vengono scambiati. Il ciclo economico fisiocratico ha come obiettivo la creazione del surplus, un prodotto netto che poi possa essere reinvestito sempre nell’agricoltura e ciò che la riguarda strettamente, attraverso una condizione di libero mercato. Ad esempio per l’incremento della manodopera, per gli investimenti nell’invenzione di nuove macchine agricole, per migliorare la produttività dei terreni. 

Seguì a Quesnay l’economista francese Mirabeau. Quest’ultimo, già nel 1756 aveva messo in evidenza l’importanza del libero commercio dei prodotti agricoli. Nell’Europa occidentale aumentarono, in quel periodo storico, tutti gli scritti a favore della proprietà agraria e di una politica annonaria meno vessatoria. I lavoratori mercantili e industriali (o semplicemente chi apparteneva a quell’area) foraggiavano un movimento contrario all’eccesso di regolamentazione e di intervento statale. Precedenti della più vasta e ardua dottrina sociale dei fisiocrati possono trovarsi già nelle correnti giusnaturalistiche e soprattutto nel razionalismo illuminista di John Locke. Le idee fisiocratiche non devono quindi essere immaginate come creazione originale di un solo pensatore o di un piccolo gruppo di questi, ma Quesnay fu il primo a dare loro un ordine razionale e il sistema fu poi sistemato e diffuso da uno sparuto numero di seguaci e allievi, tra cui appunto: Honoré Gabriel Riqueti de Mirabeau.

“La presunzione, una volta disorientata, in uno stupido causa la confusione e l’odio, in un’anima onesta genera la riconoscenza e la docilità. Questo fu il mio caso. Pregai il mio maestro di spiegarsi e di istruirmi, perché ero un povero giovincello di quarantadue anni” (Mirabeau a proposito del suo incontro con François Quesnay).

Come già riportato, fulcro della fisiocrazia è la teoria del prodotto netto. E’ il prodotto (o parte di esso) che resta disponibile dedotte le spese di produzione e che viene reinvestito sempre nell’ambito agricolo. Su questo si fonda la superiorità dell’agricoltura, ritenuta appunto la fonte di ricchezza regina, perché con essa si moltiplica il rendimento dell’opera dell’uomo. Viceversa: commercio, trasporti ed industria ad esempio, sono considerate attività secondarie e subordinate, perchè realizzanti soltanto il reintegro delle spese sostenute ed esistono solo grazie all’agricoltura stessa che fornisce loro materie prime. Da tali presupposti nasce la volontà di appoggiare il più possibile lo sviluppo dell’agricoltura con la libertà di coltivazione e di commercio dei prodotti agrari, libertà che è sostenuta quindi in funzione dell’ideale agrario e non per sé stessa. Allo stesso modo, l’ordine naturale, su cui si basa la scuola economica fisiocratica, non va inteso nel senso di illuministica idealizzazione dello “stato di natura”, ma come affermazione dell’egemonia nello Stato della classe dei proprietari fondiari (unici produttori e unici contribuenti) e come preferenza per i governi che vogliano assumersi il dovere della messa in valore del patrimonio nazionale.

La fisiocrazia ha avuto un ruolo importante nella storia del pensiero economico, essa è stata protagonista del progresso grazie alla nozione de “L’interdipendenza dei fenomeni economici”, insita nel “Tableau économique” dell’economista Francois Quesnay. Oltretutto, seppur la fisiocrazia sia stata ristretta (concentrandosi solo sull’agricoltura) dobbiamo concederle l’incontestabile merito di aver iniziato una fase scientifica economica, dando importanza allo studio dei problemi economici a sistema razionale. Gli scritti dei fisiocrati ebbero anche forte rilevanza pratica, influenzando la campagna per la libertà del commercio dei cereali e per l’abolizione delle dogane interne, delle corporazioni e di altre misure legislative di carattere riduttivo.

“Dall’agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto: chi è occupato in quell’attività non nutre pensieri malevoli.”

Marco Porcio Catone, De agri cultura, 160 a.e.c.

FABIO CARROZZO

Note:

-BRUNO MIGLIO, I fisiocratici, Laterza, Roma-Bari, 2001

-www.treccani.it

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