Economia

ELLAS ALMA MATER

il partenoneSe proviamo a mettere l’intera popolazione mondiale a produrre un pensiero di fronte alla locuzione Grecia, sicuramente, nell’immaginario collettivo globalizzato, spunteranno idee ed opinioni negative, tutte condizionate dal bombardamento mass-mediatico che si va facendo sull’insolvibilità del suo debito sovrano.

In altri termini, si può affermare che il potere finanziario non lascia spazio a considerazioni diverse basate su valori di riferimento alternativi al dio denaro; insomma, nell’era della globalizzazione tutto ciò che di bello e positivo era stato spiegato dagli economisti più celebri ed entusiasti del fenomeno, ha lasciato il posto solo agli effetti negativi.La globalizzazione nasce in coincidenza della fine ideologica e materiale del comunismo, per cui, apparentemente questo storico evento lascerebbe presupporre che il capitalismo come sistema economico e come ideologia avrebbe prevalso. Sviluppo questa considerazione tutta al condizionale, perché il venir meno del concorrente ha spalancato le porte all’affermarsi dei lati più riprovevoli del capitalismo; ciò, se le cronache politico-finanziarie mondiali dicono il vero. Purtroppo, esse dicono il vero!

Esse ci descrivono un mondo incrudelito, dove, qualche potentato finanziario dietro le spalle di qualche governo detta leggi e condizioni ad altri stati che nemmeno le guerre più cruente hanno imposto, e in definitiva, con sommo rammarico e grandissima preoccupazione per le future generazioni, occorre prendere atto che l’esercizio democratico della partecipazione alla vita politica è perfettamente inutile. Questa pericolosissima constatazione non lascia demordere i poteri finanziari che agendo su scala planetaria obbligano i politici ad adottare decisioni che vanno nella non tanto malcelata direzione di placare i loro famelici appetiti, e in perfetta logica parassitaria, controllando tutti i mass-media con i quali impongono modelli di vita sostanzialmente acefali, distorcono tutti gli elementi di valutazione per allontanare dalla loro negativa posizione ogni assunzione di coscienza.
Su queste spinte e con questi ignobili presupposti, si mette sul banco degli imputati la Grecia che, occorre dirlo, con i suoi irresponsabili politici ha fatto di tutto per finire nell’occhio del ciclone, e anche se l’attuale popolazione, salvo qualche rara personalità, non è degna del suo glorioso passato, in ogni caso non è tollerabile che si possa offendere non solo quel popolo, ma soprattutto ciò che quella locuzione come prima abbiamo indicato rappresenta. Dal verbo latino memini che significa ricordarsi, rammentarsi, avere in mente,  pensare, riflettere lanciamo un monito a chi suo malgrado non ha né conoscenza né conseguentemente memoria: MEMENTO! (rifletti  ricordati )
Ora, poniamo il caso che ci sia concessa la possibilità di ricostituire la Pangea, noteremmo che sia in direzione nord-sud che in direzione est-ovest al suo centro è collocato l’Egitto; sarà un caso? Ci permettiamo di ricordare agli smemorati che i contenuti della Sapienza sono sempre i medesimi sotto qualsiasi latitudine o longitudine, semmai cambiano le forme simboliche ed espressive sotto le quali si manifestano. Se la Cina e il Giappone, India compresa, per i contenuti del loro sapere sposano o adottano le forme espressive occidentali, significa che ammettono che quello che viene percepito come occidente è stato capace di sintetizzare meglio il noumeno con il fenomeno. Sotto questo aspetto quindi, oggettivamente, nella melassa della globalizzazione, il cosiddetto occidente stabilisce un primato. MEMENTO!
Se osserviamo meglio la carta geografica noteremo che, leggermente sfasata, la Grecia è dirimpettaia dell’Egitto; questa relazione ovviamente non è solo geografica, ma ha avuto un rilevantissimo contenuto teologico e filosofico, basti pensare che non pochi figli illustri dell’Ellade come Pitagora prima che ha completato il suo sapere nelle scuole sacerdotali egiziane ed Erodoto poi, hanno segnato non poco la cultura mondiale. Attingendo dal sapere egiziano la Grecia con le sue forme di governo, con i suoi politici, con i suoi poeti, con i suoi artisti, con i suoi filosofi ha gettato un raggio di luce sull’umanità; un  raggio di luce che è diventato un astro di luminosità permanente con l’ingresso solenne ed imperituro di Roma sul proscenio della storia e della Cultura. Si deve al nobile casato degli Scipioni l’apertura della società romana alla cultura greca e non è un caso che il vincitore di Annibale appartenesse a questa famiglia. MEMENTO!
Ma ritorniamo al filo del ragionamento, interrotto da questa piccola digressione romana, ebbene, salvo qualche eccezione come le coste slave e quelle occidentali dell’Africa abitate dai fenici, l’attuale Provenza in Francia con Marsiglia, come le coste spagnole da Valencia a Barcellona per non trascurare quelle italiane della cosiddetta Magna Grecia, ma anche Napoli come Ancona hanno un origine e una fondazione greca; pertanto, utilizzando una chiave di lettura capitalistica, si può tranquillamente affermare che se i Greci non si sono inoltrati verso la Foresta Nera o piuttosto verso l’Inghilterra è perché semplicemente non serviva. MEMENTO!
Dell’immenso patrimonio culturale lasciatoci dai greci mi voglio soffermare, spero per la gioia di molti, su quel monumento che costituisce non solo il simbolo di Atene ma anche uno dei simboli che possono nobilitare l’umanità, per la gran parte giacente nell’ignoranza: il Partenone. Come sappiamo, il monumento  per iniziativa di Pericle, sotto il cui governo nel V secolo a. C.  Atene ha conosciuto la democrazia, fu costruito dall’architetto Ictino a prosecuzione di un progetto già avviato con Callicrate sotto Cimone. La costruzione avvenne sotto la stretta supervisione dello scultore Fidia, il nome del Partenone deriva dalla monumentale statua di culto raffigurante Atena Parthénos e ospitata nella stanza orientale della costruzione; l’epiteto di Atena si riferisce allo stato di nubile e “vergine” della dea, nonché al mito della sua creazione, per partenogenesi, dalla testa di Zeus. Quest’ultima simbolica circostanza evidentemente associa alla dea Atena la sapienza e vuole esplicitare che, essendo essa balzata armata di tutto punto dalla testa di Zeus o di Giove, non ha distinzione sessuale. Se pensiamo alle odierne e odiose discussioni sulle quote rosa nelle rappresentanze elettive, si può ben dire che, sul colore dell’intelligenza, sulle capacità professionali sulle doti conoscitive dei problemi, abbiamo fatto un gran balzo all’indietro. MEMENTO!
Sapendo di fare un torto alla molteplicità delle tematiche che la cultura greca ci permette di cogliere, mi soffermo su un’opera di Sofocle i cui temi si riallacciano con la sottolineatura precedentemente fatta sull’esercizio della democrazia sotto Pericle: Antigone. La morale di questa tragedia si base su un tema sempre moderno, ovvero sulla legittimità della legge, più propriamente sulla legittimità del diritto positivo.  Antigone, infatti, rivendicando il proprio diritto a dare sepoltura ai resti del fratello Polinice infrange l’ordine dello zio Creonte che tale consuetudine aveva vietato e contestualmente mette in discussione la legittimità della disposizione emanata dallo zio. Quante leggi oggi vigenti corrispondono e disciplinano pienamente i diritti chi le deve osservare? MEMENTO!

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(immagine tratta da www.web.tiscali.it)

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