Cultura

THE DREAM COME TRUE

“non posso giurare che tutto questo sia accaduto davvero… ma sicuramente questo è ciò che ho provato”. (cit.)

Nel momento in cui ho messo piede fuori dall’aereo che mi ha portato a New York, ho provato un brivido: era il brivido del sogno che si realizza. Il brivido che senti non ti lascerà più. Quello che rimarrà per sempre nel tuo cuore. Sai che quella sensazione non tornerà, senti che devi coglierla perchè è incredibile. E se non la afferri ora… potrebbe non ricapitare.

La sensazione è assurda, quasi irreale, illogicamente ovattata tanto è piena di colori, emozioni, suoni, rumori, odori che si concentrano tutti insieme. Elementi che si accavallano, gli uni su gli altri, rendendo la fantasia più reale che mai. 

I profumi che trovi, inconfondibili, ad ogni angolo di strada, dall’inebriante aroma di curry misto al kebab e hot-dog, a quello di vapore e spazzatura, di vaniglia e biscotti spruzzato davanti ad una boutique.

I marciapiedi usurati, i colori grigi dei palazzi accostati a quelli vivaci delle pubblicità.

Qui c’è tutto. Non manca niente.

C’è tutto ed il contrario di tutto.

Se cerchi bene trovi più di uno scoiattolo abituato a mangiare le nocciole direttamente dalla mano.

Trovi volti sconosciuti e maledettamente familiari.

Una donna anziana che cammina accucciata dal gran freddo, un barbone che raccoglie lattine, una bambola dai tratti umani, un bimbo afrocinese nero e dagli occhi a mandorla, una ragazza così bella da mozzare il fiato, un negozio di caramelle, un sorriso, una torta colorata.

New York, una delle più grandi metropoli del mondo, la città delle contraddizioni, un miscuglio di persone di origini e culture diverse, che hanno deciso di fermarsi in questa città.

La varietà delle persone si rispecchia nella varietà di influenze che si incontrano girando per le strade; quasi ogni cultura ha il proprio quartiere, i propri negozi e i propri ristoranti. Passare da un quartiere all’altro è come scoprire nuovi mondi.

Ma tanto è stato scritto su questa città, e per questo non racconterò cosa c’è da vedere, ma quello che mi è rimasto nel cuore, le sensazioni e le emozioni provate.

New York non è una bella città, ma ti entra diretta nel cuore perché sei catapultato nel set di un film, in una realtà che ti sembra di conoscere da sempre.

New York è il tombino fumante e gli yellow cabs che sfrecciano in continuazione per le strade.

New York sono le sue Avenue e le sue Street facilissime per orientarsi.

New York è la metropolitana, piena di artisti fai da te che ti allietano l’attesa.

New York è la signora dal tacco 12 che cammina frettolosamente per strada passando accanto ad uno dei tanti barboni che rovistano nel cestino della spazzatura per trovare il pranzo.

New York è Time Square, un tripudio di luci, perennemente illuminata, che ti fa sentire protagonista di un video game.

New York sono i carrettini per strada che vendono cibi poco salutari ma tanto gustosi…

New York è la messa gospel ad Harlem dove ti fanno sentire un fratello.

New York è il museo dell’immigrazione ad Ellis Island dove la storia americana s’intreccia con la storia di tanti italiani.

New York sono i grattacieli alti di Manhattan e le case basse di Brooklyn.

New York è la calma e la serenità di Central Park.

New York è il panorama mozzafiato dal 102° piano dell’Empire State Building.

New York sono le donuts di Homer Simpson.

New York sono le tasse da aggiungere al prezzo esposto e la mancia obbligatoria ai ristoranti.

New York è intorno a te…

New York devi vederla almeno 3 volte. Una volta con lo sguardo a terra, una volta in avanti, e soprattutto una volta col naso in su.

Emozioni  e sensazioni indescrivibili, impresse indelebilmente nel mio cuore.

 

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