Cultura

RUOLI SOCIALI E MODA: L’INTRIGO DEL CONSUMO

E’ “out”? è “in”?…è alla moda?

 

Lo abbiamo sentito dire spesso e c’è lo siamo spesso chiesto un pò tutti. Ma cosa significa davvero? Cosa vuol dire davvero per noi la moda?
Da sempre abbiamo considerato la moda come una dimensione superficiale, effimera e transitoria, oggi è oggetto di interesse nei vari ambiti disciplinari.
Possiamo però riscontrare un intenso interesse nei confronti di questo argomento già negli anni passati; la teoria formulata da Simmel ci diceva che le mode nascono nella
classe agiata (che possiamo considerare come il gruppo economicamente), e la capacità di attrazione di cui sono dotate deriva dal coinvolgimento di beni di consumo molto costosi, che vengono presto adottati dalle classi medie con ambizioni di mobilità sociale ascendente.
La moda quindi si diffonde “a cascata”, diventando man mano utilizzo di massa di prodotti imitati e poco costosi.
Possiamo quindi notare quanto non sia notevolmente cambiato il processo di diffusione della moda, al quale si è aggiunto un elemento di notevole importanza: Il consumo. Un esempio significativo è quello che vede ragazzi ed adulti, che pur arrivando a stento a fine mese, non rinunciano mai a quello che può essere considerato un bene modaiolo, di dubbia utilità: telefoni, autovetture.
Mi chiedo, perchè?
La condizione di consumatori ci vede oggi tutti coinvolti in misura crescente. L’agire quotidiano è ormai largamente inscrivibile nel ruolo sociale del consumatore: il consumo tende ad appropriarsi non solo delle “cose” e dei “servizi”, ma anche dell’evasione, del tempo libero, dell’acculturazione. Attraverso la pressione deduttiva della pubblicità, ormai i modelli culturali del consumo plasmano sogni e bisogni e ci offrono modelli di identificazione che ispirano la nostra stessa autopercezione.
Provando a dare una risposta individuo l’intrigo del consumo.
La moda è, infatti, ricerca di indentità e di status symbol, è sinonimo di collocazione storico-sociale, di condivisione di passioni, di luoghi (reali e virtuali), di stili di pensiero, di politiche, di abitudini alimentari. Il consumismo ha generato, l’accezione sociale della scelta dei prodotti che è divenuta relativa al fatto che l’individuo tende a scegliere ciò che manifesta la propria identità.
I capi d’abbigliamenti sono quindi degli strumenti di relazione,che consentono di trasformare in qualcosa di fisico la propria personalità, per poi poterla comunicare agli altri. Il legame della cultura del consumo con il Sé si fa sempre più stretto, parallelamente alla necessità del marketing di ricorrere a leve e dimensioni psicologiche, per rendere necessario ciò che sarebbe razionalmente superfluo. Con questo non voglio assolutamente buttare la croce sul consumo, come tutti i fenomeni ha i suoi lati positivi.
Dal consumo dipende certamente la produzione e il benessere di un paese. Un paese che non consuma entra nella spirale pericolosa della deflazione.
Non c’è futuro senza consumo.

© Riproduzione Riservata

(immagine tratta da www.culturamix.com)

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