Politica

L’ENIGMA

Le bombe non cadono più su Gaza, Doron, Emily e Romi tornano a casa nell’abbraccio avvolgente dei loro cari e di una nazione intera.

Tornano a casa anche 90 palestinesi arrestati e detenuti senza un’accusa precisa, forse solo perché protestavano pubblicamente contro l’occupazione dei territori.

Come in un dramma shakespeariano, i valori degli esseri umani protagonisti di questa immane tragedia sono diversi un israeliano, per Hamas, vale 30 palestinesi, i terroristi pensando di aver così vinto moralmente, si autoghettizzano nel cieco percorso della Jihad.

Ecco allora una Tel Aviv composta e felice dove la guerra e le armi appaiono lontane, dove si aspetta di riabbracciare le ragazze simbolo di vita, Gaza invece, seppure in una apparente normalità, esprime violenza, presidiata dagli uomini di Hamas, con il volto coperto ed il kalashnikov imbracciato, che gridano al cielo, in un’esaltazione collettiva, la vittoria sullo stato di Israele.

Questa tregua, certo, non potrà portare una pace duratura, ma solo una pausa a tempo.

Come un mare senza vento non esiste, così non può esistere una convivenza tra i due popoli senza una pace giusta che renda palestinesi ed israeliani pronti a rispettare nel tempo gli impegni presi.

Su questa tregua si può leggere un enigma, dopo 471 giorni di bombardamenti continui e combattimenti casa per casa, Hamas non è ancora sconfitta, gli uomini della Jihad sono ancora lì a governare le macerie di quello che era la Striscia, sono ancora lì a minacciare la popolazione stordita ed incredula.

Forse molti sono usciti dai tunnel impenetrabili, ma certamente molti altri facevano parte della società civile ed hanno solo indossato la divisa per l’occasione.

Difficile, quindi, distinguere oggi i civili dai terroristi.

Il tempo è passato e nessuno ha potuto fermarlo, il cuore si avvicina sempre di più verso chi soffre a Gaza come a Tel Aviv, sulle labbra parole di pace che non tutti vorranno ascoltare ed il nostro sguardo stretto su quelle macerie, come guardare la calma nelle strade dove purtroppo ancora ci sarà battaglia.  

Foto: https://www.mosaico-cem.it/

Sergio Giangregorio

Direttore Responsabile magazine online Convincere. Laureato in scienze politiche e relazioni internazionali. Perfezionato presso L’Università degli Studi Roma 3 in “Modelli Speculativi e ricerche educative nell’interazione multimediale di primo e secondo livello“ Docente universitario a contratto in materie investigative con specifico expertise sulla sicurezza in aree urbane, sulle tecniche di intelligence e di peacekeeping. Esperto di comunicazione in situazioni estreme. Giornalista investigativo ed analista di intelligence, come Ghost writer ha elaborato numerosi studi strategici coprendo tutti i teatri di guerra dai balcani, al vicino oriente seguendo i conflitti in Afganistan, Iraq e nel nord-Africa. Presidente del Centro Europeo Orientamento e Studi – Ente morale di diritto privato per la difesa dei diritti civili. Direttore Scientifico dell'Istituto di Ricerca sui rischi geopolitici Triage Duepuntozero.

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