Politica

La ferita nello spirito dell’Azerbaigian: mai dimenticare Khojaly

La breve ma sanguinosa guerra lampo, durata 44 giorni, del Nagorno Karabakh, terminata il 9 novembre 2020, ha portato alla liberazione dei territori dell’Azerbaigian illegalmente occupati dall’Armenia per circa 30 anni. Tuttavia vi è una ferita aperta nello spirito della popolazione azerbaigiana, un dolore che nemmeno una riconquista totale potrebbe mai risanare, ovvero il triste ricordo del massacro di Khojaly.

Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio del 1992, le forze armate dell’Armenia attaccarono la città di Khojaly massacrando senza pietà seicentotredici civili azerbaigiani, tra cui centosei donne, sessantrè bambini e settanta anziani, tutti inermi. Uno dei testimoni del genocidio – riportato dal giornalista Gazanfar Pashayev – ricorda così gli eventi avvenuti: “Quando ho aperto gli occhi ho visto dei cadaveri ovunque e ho pensato: Oh mio Dio, quanti morti!  È lì che mi sono reso conto di quanto fosse selvaggio un armeno”.

Lo stesso testimone ci racconta come una moltitudine di uomini, donne e bambini, nel vano tentativo di fuggire dagli aggressori armeni, vennero rapiti e torturati senza motivo. 

Invece il giornalista russo Yuri Romanov, allora incaricato di svolgere un reportage sugli eventi, riporta testualmente che, guardando fuori dal finestrino dell’elicottero, ha visto “una scena orribile che aveva dell’incredibile. L’intera area fino all’orizzonte era ricoperta di cadaveri di donne, anziani e ragazzi di qualsiasi età, dai neonati fino agli adolescenti. Scrutando meglio dentro l’ammasso di corpi senza vita, due persone inanimate hanno catturato la mia attenzione: una donna anziana stesa accanto ad una ragazzina che indossava una giacca blu. Le loro gambe erano legate fra di loro con del filo spinato e anche le mani della donna erano state immobilizzate nella stessa maniera. Entrambe erano state colpite alla testa. La bambina nel suo ultimo attimo di vita ha evidentemente tentato di allungare le mani verso il cadavere della nonna. Sono rimasto sconvolto”.

Tuttavia bisogna aspettare il 22 aprile 2010 affinché ci sia una sorta di riconoscimento legale da parte di un’istituzione straniera, ovvero la delibera della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che stabilisce quanto segue: “Nei report disponibili è indicato che al tempo della conquista di Khojaly, nella notte tra il 25 e 26 febbraio 1992, secondo le testimonianze, centinaia di civili di origine etnica azerbaigiana vennero uccisi, feriti o presi in ostaggio”, pertanto sentenziando che gli eventi avvenuti a Khojaly siano stati un atto di particolare gravità che costituisce un crimine di guerra ed un crimine contro l’umanità da parte dell’Armenia nei confronti dell’Azerbaigian.

Purtroppo ciò non è bastato affinché si intraprendesse una qualsiasi azione legale contro i colpevoli di questo genocidio e, così, lo spirito della popolazione azerbaigiana non potrà per adesso andare avanti senza ripensare alla grave perdita subita.

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