“Un buon posto dove stare” di Francesca Manfredi
Libro d’esordio di Francesca Manfredi, classe 1988, “Un buon posto dove stare” è vincitore del “Premio Campiello Opera Prima 2017”.
L’autrice di Reggio Emilia non ci propone un romanzo “tradizionale”, ma una serie di racconti, che riescono a delineare la storia di tutti noi. Le undici storie, infatti, vedono come protagonisti single, coppie, famiglie, figli e genitori, anziani, giovani e bambini, ognuno alle prese con una nuova consapevolezza, che trapela dalle righe da cui è composta la narrazione. Nella ricerca di questa virtù, è la casa a diventare protagonista.
L’abitazione non solo è luogo sicuro, ma è anche spazio nel quale ragionare sulle proprie debolezze e affanni, in una ricerca di sé unica e particolare. L’ambiente domestico è, inoltre, il posto in cui riaffiorano i ricordi, le suggestioni si fanno più vivide e i rapporti vengono stretti, rinnovati o spezzati definitivamente.
Unica pecca, anche se è chiaro sia voluta, è la fretta con cui vengono chiusi i vari capitoli: il finale è aperto, sta a noi interpretarlo, ma lascia un senso di incompletezza che a volte non a tutti può esse congeniale.
“Un buon posto dove stare” è un buon libro da leggere, scorrevole, profondo, ma non opprimente.