Cultura

LUCA ZINGARETTI: “IO SONO UN POLIZIOTTO VIRTUALE”

“Fare oggi il poliziotto in Italia è diventato veramente molto difficile….Non voglio rubare meriti che non sono i miei, prendo solo il meglio della professione grazie anche a quella che è stata l’invenzione letteraria di Camilleri, che ha riportato in questo personaggio tutto quello che di buono c’è nel nostro immaginario di italiani.

Andrea ha ideato un poliziotto che riflette quelli che erano i valori dell’Italia del dopoguerra, della sua giovinezza, della sua Sicilia, con principi morali molto radicati, e ne ha fatto non a caso, un poliziotto che indaga, ha un punto di vista sicuramente migliore di tanti perché va a cercare lì dove è la verità e quando vai a scrutare, a cercare nel profondo, trovi tante cose brutte ma ti avvicini alla verità di un popolo di una società”.

Analizzando il personaggio, sembra incarni tutte le abilità della polizia che ritroviamo nel calendario di Vittorio Storaro, con quel suo modo di essere irregolare ma che connota un carattere forte e per niente influensabile.

“Montalbano non è un uomo facile, non è un uomo semplice, ma piace perché è una di quelle persone che hanno il baricentro della propria esistenza dentro di sé, e cosa rarissima in questo momento, non ha un cartellino attaccato con il prezzo sopra. Non si vende, ha un alto senso di sé e della sua missione…

Se potessi rubare qualcosa a Montalbano gli ruberei questa capacità di non lasciarsi influenzare, di pensare con la propria testa e non andare in branco.”

Così Luca Zingaretti, ospite d’onore alla presentazione del Calendario della Polizia di Stato 2015, che si è svolta il 4 dicembre presso l’Istituto Superiore di Polizia, ha descritto la sua esperienza nell’interpretare il Commissario Montalbano.

Continua raccontandoci come riuscì ad ottenere la parte di Montalbano, personaggio già amato da lui negli anni precedenti…. “lo lessi e rimasi fulminato!!!….” , grazie alla bravura ed alla passione con cui Camilleri ha scritto i suoi libri… “Amo pazzamente il suo personaggio e ho già nella testa come farlo”.

È riuscito talmente bene ad interpretare questo personaggio che, malgrado Camilleri abbia descritto nei suoi racconti Montalbano con caratteristiche fisiche diverse, più somigliante al Commissario di polizia di Petri in “Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana”, non possiamo non leggere un libro senza immaginare la fisionomia di Zingaretti.

“Camilleri nei suoi romanzi ha sempre raccontato l’attualità”, spiega l’attore. “Con gli anni le sue storie sono diventate più crude perché sono figlie dell’imbarbarimento dei nostri tempi”. Eppure Montalbano nonostante tutto resiste, “come i poliziotti veri che incontro e che dicono di riconoscersi molto in lui, nel suo malumore, per non poter svolgere come vorrebbero il proprio lavoro. Il commissario è come un vecchio amico che vado a trovare ogni tre anni.

E finché Andrea Camilleri continuerà a scrivere storie sempre più belle su di lui, non mi stancherò di interpretarlo.

Io sono Montalbano, senza aggettivi”.

 

(immagine tratta da www.poliziadistato.it)

 

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