Politica

Kim Jong Un e l’Orologio dell’Apocalisse

ClockLo chiamano Doomsday Clock o Orologio dell’Apocalisse e la sua mezzanotte corrisponde all’ipotetica fine dell’umanità per causa di una guerra atomica. Inventato a Chicago nel 1947 dagli stessi scienziati che portarono avanti il Progetto Manhattan, al momento della realizzazione le lancette erano state poste a 7 minuti dalla mezzanotte ed arrivarono fino ai 2 minuti nel 1953, anno in cui l’Unione Sovietica aveva condotto i primi test con la bomba all’idrogeno. Erano gli anni della guerra fredda, della corsa agli armamenti, gli anni di un mondo diviso in due che, con la crisi dei missili di Cuba nell’ottobre del 1962, si avvicinò repentinamente alla fine. 

Ma nel corso degli anni, gli assetti geopolitici sono cambiati e così anche l’Orologio degli scienziati del Bulletin of the Atomic Scientists ha registrato, come fosse un termometro circolare, la temperatura delle tensioni che in qualche modo hanno potuto minacciare la sopravvivenza dell’umanità. Nel 1991 si sperò che le cose potessero davvero prendere una svolta. La lancetta si allontanò fino a 17 minuti dalla mezzanotte, il crollo dell’Unione Sovietica e la firma degli accordi START (Strategic Arms Reduction Treaty) allontanavano lo spettro di una guerra atomica. 

Il 4 aprile scorso, un giovane nord-coreano da poco leader del suo Paese ha fatto comunicare alla Casa Bianca l’intento della Corea del Nord di dare avvio ad un’operazione militare mediante armi atomiche nei confronti degli Stati Uniti. 

Tic-tac. 

GrafTermini come “inverno nucleare”, “testata atomica” sono tornati ad echeggiare su tv, radio, Twitter, Facebook, You tube; perché sì, il mondo è andato avanti, o almeno pensavamo. 

La minaccia, ci dicono alcuni, non è militare, ma politica. Ebbene, dovremmo per questo stare più sereni? Prendere coscienza del fatto che il lancio di armi atomiche sia oggetto di minacce politiche dovrebbe lasciar scorrere nelle vene di tutti noi un filo di speranza, di distensione e magari chissà, anche di fiducia? 

Sarebbe da chiedersi allora chi farà i conti con una generazione di giovani appassionati, abituati a pensare in termini di diplomazia, confronto, pace, che studiano assiduamente le scienze politiche e che hanno davvero fiducia in un mondo capace di mediare i conflitti ideologici e culturali in un modo degno del nostro tempo, ma che ancora si ritrovano a veder accostati i concetti di arma nucleare e di politica. 

Tic-tac.

É triste accorgersi che negli ultimi sessanta anni l’Orologio dell’Apocalisse ha continuato a girare e noi abbiamo dimenticato che molta strada andava ancora percorsa. Siamo rimasti tutti sorpresi e anche, ammettiamolo, un tantino angosciati sul momento. Non ha importanza quanto sia realistica la minaccia, non è di questo che stiamo parlando. Non importa che il Pentagono non sia convinto delle capacità della Corea del Nord di miniaturizzare un ordigno atomico o di lanciare abbastanza lontano da colpire basi statunitensi. É il parlarne che inquieta. Come per una sorta di amnesia di massa ci stavamo scordando che il mondo non è stato in grado di rinunciare agli armamenti atomici. Ora, forse, ce ne stiamo rendendo conto. Fatto sta che dovremmo pretendere risposte immediate, fatto sta che L’Orologio oggi è a 5 minuti dalla mezzanotte e continuerà a girare. 

 

Fonte immagini: news.bbc.co.uk

 © RIPRODUZIONE RISERVATA

 

Claudio D'Angelo

Analista per l'istituto di ricerca sui rischi geopolitici Triage Duepuntozero

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