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Grande successo per la prima Maker Faire Europea. In mostra i progetti del futuro.

Necessità del momento o sguardo ad un futuro lontano? Questo l’interrogativo che ci si pone di fronte alla prima edizione capitolina della “Maker Faire” tenutasi dal 3 al 6 ottobre presso il Palazzo dei Congressi dell’Eur. L’iniziativa ha raggiunto un successo enorme; registrate più di trentacinque mila presenze. Gli stessi organizzatori si dichiarano sorpresi per l’ottimo risultato. In America, già da qualche anno, i makers espongono i propri progetti ad una folla sempre piuttosto entusiasta ed interessata; per l’Europa e per Roma, invece, si tratta di una vera e propria novità. L’evento ha riunito appassionati di tecnologia di tutte le età, accorsi per partecipare a questi quattro giorni dedicati esclusivamente alla creatività, all’invenzione e all’intraprendenza. A prenderne parte sono state soprattutto famiglie; erano, infatti, state messe a disposizione numerose attività e dimostrazioni pensate appositamente per un pubblico giovane e curioso. 

In mostra duecentocinquanta progetti scelti precedentemente da una giuria; gli espositori, soprattutto ragazzi molto giovani, provenienti da ogni parte d’Europa, hanno spiegato con dovizia di particolari le proprie intuizioni e creazioni, esplicitandone meccanismi e funzionamento. L’invenzione che più ha attirato l’attenzione di grandi e piccini è stata la stampante 3D, novità del momento ma già particolarmente sviluppata, progettata per plasmare diversi materiali, dalla plastica al marmo. Hanno incuriosito anche i molteplici campioni di robot, in particolare ha divertito l’installazione del robot para-rigori che ha messo alla prova anche il giocatore Messi. Altrettanto importante sul fronte dell’elettronica tutto l’universo di progetti e prototipi ruotante attorno all’hardware di Arduino, particolarmente duttile ed accessibile. Da notare anche la presenza della prima superbike elettrica, oggetti di design e molteplici proposte relative all’impiego di materiali alternativi per lo sviluppo di nuove tecnologie.  

Da segnalare anche la partecipazione, come espositori, come makers, di molti istituti tecnici e delle tre università pubbliche di Roma, con idee e ricerche importanti per il nostro futuro. La Sapienza ha sviluppato alcuni progetti per quanto concerne la cosiddetta realtà aumentata, ovvero l’arricchimento della percezione sensoriale umana attraverso informazioni generalmente controllate elettronicamente. L’università Tor Vergata ha invece concentrato la propria attenzione sulla pianificazione di vetri solari fotovoltaici, ovvero pannelli trasparenti che usando il vetro come base, consentono il passaggio della luce e allo stesso tempo sono in grado di generare energia elettrica. Infine la terza università di Roma, impegnata nell’eco-sostenibilità, ha esposto il pluripremiato progetto “MED in Italy”. Non solo quindi esposizione di idee, progetti ed invenzioni, ma soprattutto la possibilità di applicare praticamente le diverse creazioni in vari ambiti. 

La Maker Faire ha dunque una duplice utilità. In primo luogo apre ad un ampio pubblico progetti ed idee altrimenti inaccessibili, generalmente chiuse tra le pareti dei pochi addetti ai lavori. Risalta e rafforza, inoltre, il legame con il mondo imprenditoriale, affinché le grandi idee possano essere finanziate e lanciate sul mercato. 

Ciò che maggiormente emerge, al di là delle grandi invenzioni, è la forte passione che i nuovi talenti pongono nei propri disegni; ci credono fortemente, ci si dedicano totalmente e sono pronti a scommetterci. Tutto questo non può che farci ben sperare per il futuro. Quando la bravura e la costanza, sostenute dalla passione, danno origine ad una creazione, non può che trattarsi di un’idea vincente. Che si possa arrivare a cambiare il mondo? In ogni caso il grande successo ha già fatto parlare di una nuova “Maker Faire” europea; dunque non rimane che aspettare la prossima edizione, sperando che diventi un appuntamento fisso. Pronti a meravigliarvi ancora?  

Ilaria Marchetti

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