Criminologia

Hänsel e Gretel: bambini orfani di genitori vivi.

Fiabe antiche ed orrori dei nostri tempi 

L’emittente cinese CCTVNews,  ha riportato la tragica storia avvenuta presso un villaggio del luogo: quattro fratellini di età compresa tra i 5 e i 13 anni si sono suicidati. 

Erano stati abbandonati dai genitori, in difficoltà economiche, presso la loro fatiscente abitazione. 

I genitori che avevano lasciato il villaggio, in cerca di lavoro, avevano lasciato un bancomat al più grande, affidandogli l’oneroso compito di prendersi cura dei fratelli più piccoli.

C’era una volta -e c’è ancora oggi- un piccolo villaggio dove viveva una povera famiglia. 

Tanto povera, da decidere di dover abbandonare i suoi bambini Hänsel e Gretel, nel bosco: “nel punto dove è più fitto e buio. Soli, laggiù”.

I genitori, ben conoscevano le angustie che il bosco avrebbe riservato ai due bambini, pieno di ogni “bestia feroce che, molto  presto, li avrebbe sbranati”.

La fiaba parla di genitori molto “poveri”, incapaci di nutrire i loro figli.

Sin dai primi giorni di vita, quando nutriamo un bambino di cibo, lo nutriamo anche di accudimento, protezione, rassicurazione, calore, contatto fisico (pensiamo all’abbraccio di una madre che, mentre allatta, avvolge il bambino con le sue braccia avvicinandolo al suo corpo). 

In quel momento, si stabilisce una relazione fisica, cioè, del “sentire” di ognuno dei due corpi, ed emotiva per la carica di amore e protezione che il bambino avverte e vive. Si stabilisce una relazione di reciprocità, dell’esserci insieme, del sentire empatico.

I genitori molto poveri della nostra fiaba, non sono solo poveri di denaro. Sono genitori, in grado di abbandonare i loro figli “in mezzo al bosco” tra le belve feroci!

Sono, quindi, “poveri” nella capacità di prendersi cura, nelle competenze di responsabilità genitoriale, nella possibilità di nutrire d’amore i due bambini.

Mi sorprendo continuamente, quando constato, molto spesso, troppo spesso, che gli orrori della realtà, sono in grado di superare quelli dei protagonisti immaginari di una fiaba.

I quattro fratellini del villaggio cinese, vivano in un’angusta casa “povera” abbandonati tra le bestie feroci della incuria, dell’abbandono, dell’indifferenza, dell’invisibilità.

Nessuno ha visto quella storia, prima che volgesse al termine. 

Le autorità hanno annunciato che procederanno con un’indagine non solo a carico dei genitori ma anche dei vicini e delle istituzioni, per non aver denunciato le condizioni dei quattro ragazzini.

Mentre Gretel, nella fiaba piange, Hansel la rassicura: “non piangere, non ti crucciare, penserò io a te. Adesso, dobbiamo inoltrarci nel bosco, saluta il nostro gatto bianco sul tetto che vuole dirci addio”.

I quattro fratellini, hanno ingoiato un pesticida e si sono lasciati morire. Hanno ingoiato il  veleno, l’unica cosa che da questa vita hanno conosciuto, l’unica che li ha nutriti. Sino alla fine.

Sul tavolo, probabilmente il più grande dei fratellini, ha lasciato un biglietto scritto: “Oggi è la giornata per andarsene”.

Forse, con la speranza, sino alla fine, che qualcuno si accorgesse delle ultime parole del loro dolore. 

Con la speranza, sino alla fine, che qualcuno si accorgesse di loro.

Seppure da morti.

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